Il rilancio di Napoli: una responsabilità di tutti

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di Roberto Braibanti

Sono sempre più convinto che Napoli (e la Campania in genere) possa risollevarsi dal disastro che la attanaglia solo se il suo popolo saprà unirsi in un patto che vada, finalmente, oltre le divisioni, i particolarismi, le diffidenze e si concentri solo sui fatti, sui problemi e sulle soluzioni possibili. E credo anche che i grandi problemi possano risolversi solo se si riuscirà a dividerli in “tanti problemi più piccoli”, più facilmente comprensibili e affrontabili.
E’ quello che sta accadendo su Edenalndia/cinodromo/zoo. Dove è nato un patto naturale tra cittadini, lavoratori, sindacati, istituzioni e politica per trovare una via d’uscita a problemi piuttosto grandi.

Così oggi lo zoo di Napoli si sta trasformando in bioparco. Certo i problemi ereditati dall’ing. Flores erano enormi in termini di degrado. Oggi si vedono già i primi risultati positivi di un progetto difficile e oneroso, che per essere completato avrà bisogno di tempo e di collaborazione tra la gestione e le istituzioni (in primis il garante degli animali dr. ssa Gervaso).
Il suggerimento che continuerò a dare sempre è quello di dare, in questa fase, la priorità al miglioramento delle condizioni di vita degli animali presistenti alla venuta della gestione Flores. Gli orsi, i leopardi, gli ungulati europei (cervi, daini), i leoni attendono una progettualità degna di quella già meritoriamente prevista dalla nuova gestione per tigri e erbivori africani.
Questo sforzo deve essere fatto, con priorità rispetto a qualsiasi altro, per poter rendere una realtà il sogno di un bioparco di respiro europeo a Napoli. E sono certo che l’ing. Flores farà di tutto per attuarlo.

Edenlandia si prepara a uscire da due anni di fallimento. Quasi 50 lavoratori in cassa integrazione, in scadenza al 31 dicembre, meritano un parco a tema degno della dedizione con cui, ancora adesso, proteggono dal degrado e dal vandalismo, quello che rimane di Edenlandia.
Risolti i problemi di abusi edilizi dell’area dall’amministrazione comunale che ne avevano bloccato la sua vendita nella scorsa primavera agli svizzeri della Brainspark, la curatela fallimentare a breve emetterà un nuovo bando di gara e si spera che ci sia l’interesse dei grandi gestori di parchi a tema internazionali e/o nazionali.
Napoli ha un mercato di 3 milioni di persone solo con la sua provincia. Più di 5 milioni se pensiamo a tutta la regione. E questi numeri non potranno non essere appetibili per un settore che non sta subendo la crisi, come dimostrano le aperture in Lazio di nuovi parchi a tema. A gennaio se ne saprà di più.

Ma se queste aree, la prossima primavera, avranno un futuro certo di sviluppo allora potranno essere davvero la locomotiva a cui agganciare il rilancio dell’ente mostra d’Oltremare, delle terme d’Agnano e perché no, dell’eterna incompiuta Bagnoli con la Città della Scienza. Se ci crederemo tutti, se lo spirito sarà quello visto in questi mesi intorno allo zoo/Edenlandia, questa scommessa si potrà vincere.

1 dicembre 2013