venerdì, Marzo 29, 2024
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Napoli Fiorentina sfida da numeri uno. Santa Maradona, Massimo Troisi e Napoli

La sfida con i viola apre il cuore di noi napoletani a ricordi fantastici

Parlare della sfida di domani apre la mente ai tifosi del “ciuccio” a ricordi indelebili. Alla mente sovviene ai più un numero, l’uno o meglio il numero ordinale “primo“.

Primo scudetto

Napoli – Fiorentina ha significato nella storia degli azzurri il primo scudetto, lo storico primo scudetto segnato da avvenimenti e frasi restati nella mente dei tifosi. Una partita terminata 1-1, un gol per parte, uno dei quali dal codino d’Italia, Roberto Baggio, il suo primo gol nel campionato italiano. Tutto questo a confermare ciò che si sente ogni volta sugli spalti dello Stadio San Paolo al gol di un giocatore più o meno noto: ” Ma chist’ solo a Napule segnano, si scetano solo quann’ anna  jucà co’ Napule, addiventann tutt’ scienziat’ ” e via giù una serie infinita d’improperi e bestemmie d’ogni tipo. In questo caso fu il primo gol di un calciatore che, così ad occhio e croce e con grande sforzo di memoria, ha lasciato un segno nella storia del calcio italiano ed internazionale, rigore a parte sbagliato in finale con il Brasile, insomma un numero uno.

Galeazzi chiuso negli spogliatoi

Ritorniamo al primo scudetto del Napoli, 10 maggio 1987. Fu il giorno in cui per la prima volta un famoso e corpulento giornalista, che in quell’anno seguiva il Napoli, il mitico Galeazzone, si fece chiudere nello spogliatoio degli azzurri festanti da un custode suo amico, lasciando fuori basiti ed giustamente arrabbiati i colleghi. Un servizio di 15 minuti che fu messo in onda integralmente dalla Rai e che fece un boom di ascolti. Un servizio in cui ci fu il primo coro entusiastico ad un giornalista fatto dai calciatori, mai più ripetutosi, se non per inveirci contro.

Festeggiamenti nella città

La prima volta in cui Napoli ed i napoletani potevano festeggiare a gran voce, una voce di gioia mista ad orgoglio e rivincita per un trofeo che faceva primeggiare la città partenopea, negli anni precedenti martoriata da fatti ed accadimenti che l’avevano portata a primeggiare per criminalità, terremoti e epidemie. Tutti noi potevamo focalizzare la nostra mente su qualcosa inseguito per anni e mai raggiunto e potevamo dare il via a festeggiamenti, cose impensabili prima di allora. Uscito dallo Stadio San Paolo, settore curva A, per festeggiare lo scudetto, da Fuorigrotta arrivai a Piazza del Plebiscito a piedi, senza neanche accorgermene circondato da migliaia di persone e dalle più pazze esibizioni di entusiasmo e gioia. La prima volta “nun se scord’ mai”, non solo per il sottoscritto ma per tutti i napoletani. Da diversi quartieri tutti confluirono nella piazza a festeggiare per poi scappare davanti alla tv per guardare la Domenica sportiva e ascoltare le parole del giornalista sequestratore, del Presidente, completamente fradicio di champagne, della squadra in mutande, di un Carmando irriconoscibile, di un Di Napoli impazzito e dell’orgoglioso Diego, capo di una banda senza controllo.

Massimo Troisi

La prima volta in cui un geniale comico napoletano, un numero uno, poteva festeggiare e lo faceva, la settimana successiva, invitando tutti i napoletani con una frase mitica: “festeggiamo ma non lasciamo acqua e gas aperti”. Questo in quanto “preso alla sprovvista” dal grande Minà, altro numero uno, poiché la città stava festeggiando già da tempo; “Gianni tu m’ viene a intervistà na semmana aropp”, questa è la frase più volte ripetuta al giornalista.

Da lì nacque uno sketch bellissimo in cui Massimo sognava di essere “l’amante di uno delle moglie dei calciatori” per conoscere tutti i retroscena della squadra. L’uso del titolo “Scusate il ritardo” per la tardività dello scudetto e “Ricomincio da tre”, allora profetico, possibile dopo il secondo scudetto del 1990 e attuale nelle speranze dei tifosi. Ma la più geniale delle battute è quella che nasce dopo che Minà ricorda a Massimo il contenuto di uno striscione: “Siete i campioni del Nord Africa”. ”Sinceramente preferisco essere un campioni del Nord Africa che mettermi a fare striscioni da Sud Africa” questa è la risposta che ancora oggi fa emozionare e che allora fece esplodere la platea in un fragoroso applauso. Grande Massimo.

Maradona, il dio del calcio

Il primo scudetto tra numeri uno, ma il numero uno per eccellenza, che rese possibile un sogno, un uomo con tutte le sue contraddizioni, i suoi alti e bassi, la droga e lo sport, è stato, è e sarà sempre Diego Armando Maradona che dopo aver regalato il titolo mondiale all’Argentina, giocando praticamente da solo, regalava il primo scudetto al Napoli ed in seguito la prima Coppa Uefa ed una Coppa Italia senza mai perdere una partita, la prima volta in assoluto. Scrivere di un numero uno non è cosa facile, un uomo che ha vissuto la sua vita al limite ma che, una volta sceso in campo, pronto a dare tutto, il massimo.

Pertanto non con le parole ma con le immagini voglio emozionarvi e farlo con lo speciale del “collega due volte”, giornalista e avvocato, Federico Buffa che ha saputo descrivere, emozionando, El Diez e con la musica  di Manu Chao, emozioni trasferite in due canzoni Santa Maradona e Si yo fuera Maradona.

Giovanni Copertino
Giovanni Copertino
Napoletano da sempre, giornalista per passione e avvocato per vocazione. Cofounder di Road Tv Italia, sempre pronto a prendere telecamera e microfono. Ma non chiedetemi di montare un video! Buon streaming a tutti
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