Giovanni Iazzetta è ricorso al suicidio forse perchè non aveva più speranza. Perchè è così che doveva essere. Perchè è così che sarebbe stato chiunque si fosse trovato nella sua condizione. Aveva sbagliato Giovanni Iazzetta, originario di Afragola, una vita difficile, nella zona dei cosiddetti “mattoni”, detenuto nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Ma il giudice gli aveva applicato la misura alternativa degli arresti domiciliari. Peccato che, però, non sapesse dove trascorrerli. Si perchè era stato rifiutato dai suoi familiari.
E allora, a 51 anni, la notte del 5 maggio, non è riuscito a far altro che togliersi la vita. Impiccandosi con la cinta dell’accappatoio. E chissà a chi è volato l’ultimo pensiero. Forse alla moglie o alle due figlie. Forse a quel giorno dell’ultimo, ma non primo, arresto. Alcool, droga, rapine. Errori che ha pagato con l’abbandono più totale. E pensare che i volontari del carcere stavano cercando un’alternativa per poter permettere al Iazzetta di uscire dal carcere. E sembravano anche esserci riusciti, individuandola in un dormitorio. Ma adesso, anche per la disperazione dello stesso direttore del carcere Antonio Fullone, è tutto inutile.
This post was published on Mag 7, 2015 18:36
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