
Meduse, i mari italiani più colpiti - roadtvitalia.it
Dalla Toscana alla Sicilia, crescono gli avvistamenti di meduse sulle coste italiane. Le specie presenti, i rischi per i bagnanti e le misure utili per proteggersi in mare.
Con l’arrivo del caldo e l’apertura ufficiale della stagione balneare, cresce anche il numero di segnalazioni di meduse lungo le coste italiane. Non è una novità, ma negli ultimi anni il fenomeno ha assunto un’ampiezza maggiore, con episodi ricorrenti anche in aree dove un tempo erano meno frequenti.
Le meduse, pur essendo parte dell’ecosistema marino e non rappresentando un pericolo mortale, possono causare fastidi e reazioni urticanti che rischiano di trasformare una giornata al mare in un’esperienza spiacevole. Il problema non riguarda solo i turisti: enti locali, biologi marini e bagnini sono coinvolti ogni anno nella gestione di questo fenomeno, che si ripresenta con maggiore intensità da giugno a settembre.
Le aree più colpite lungo le coste italiane
Le regioni affacciate sul mar Tirreno e sull’Adriatico segnalano da tempo un aumento degli avvistamenti, con picchi significativi in Toscana, soprattutto nell’area dell’Isola d’Elba, e in Campania, tra le spiagge della costiera amalfitana. Più a nord, anche il Friuli-Venezia Giulia, in particolare nelle acque davanti a Trieste, ha registrato la presenza crescente di banchi di meduse nei mesi estivi.
A influire non è tanto la qualità dell’acqua quanto l’innalzamento della temperatura e i cambiamenti nelle correnti marine. Le meduse si spostano con facilità, trasportate dai flussi caldi, e trovano habitat favorevoli dove l’acqua è più calda e ricca di nutrienti. A questo si somma la riduzione dei predatori naturali, come alcuni tipi di pesci, spesso diminuiti per via della pesca intensiva. Il risultato è un aumento evidente dei numeri, con conseguenze dirette sul turismo balneare.
Nel mar Mediterraneo, specie una volta rare o sconosciute si stanno stabilizzando in modo più duraturo. A fronte della crescente attenzione, diverse località costiere si sono attrezzate con sistemi di monitoraggio, pannelli informativi in spiaggia e segnalazioni in tempo reale sui social e siti web locali. In alcuni casi sono stati installati anche reti o dissuasori per tenere lontani i banchi più fitti dalle zone frequentate dai bagnanti.
Le specie presenti e come proteggersi in acqua
Tra le specie più comuni nei mari italiani c’è l’Aurelia aurita, conosciuta anche come “medusa a quadrifoglio”. Ha un corpo trasparente, poco urticante, e la sua presenza è spesso innocua. Diverso il discorso per la Pelagia noctiluca, tra le più fastidiose: piccola, violacea, visibile a occhio nudo solo da vicino, rilascia tossine urticanti al minimo contatto. È tra le più diffuse nei periodi di maggiore calore.

Negli ultimi anni si è fatta notare anche la Physalia physalis, conosciuta come Caravella portoghese. Non è tecnicamente una medusa ma un sifonoforo, ma ha un aspetto simile e una potenza urticante maggiore, in grado di causare dolore acuto e, in rari casi, complicazioni più gravi. I suoi avvistamenti si sono concentrati in Sicilia, Sardegna e Calabria, dove ha raggiunto le coste portata dalle correnti atlantiche. Il suo colore rosa-violaceo e la piccola vela sulla superficie dell’acqua la rendono riconoscibile, ma anche difficile da evitare in caso di mare mosso.
Per difendersi, gli esperti consigliano prudenza e prevenzione. Evitare il bagno nei tratti in cui ci sono stati avvistamenti recenti è la prima precauzione utile. In alternativa, l’uso di tute protettive o costumi a maniche lunghe può limitare il rischio di contatto. In commercio esistono anche creme protettive antimedusa, derivate dallo studio dei pesci pagliaccio, ma la loro efficacia dipende dal tipo di medusa e dalla quantità applicata.
Chi viene punto dovrebbe uscire subito dall’acqua, sciacquare con acqua di mare, evitare di grattare e, se il fastidio persiste, recarsi in un presidio medico. Alcune reazioni, soprattutto nei bambini o in soggetti allergici, possono richiedere farmaci antistaminici o corticosteroidi. La prevenzione e la consapevolezza restano gli strumenti migliori per evitare incontri indesiderati e continuare a godersi il mare in sicurezza.