
Ecco quando andrai in pensione, ci sono delle novità (roadtvitalia.it)
La pensione rappresenta una questione cruciale per il futuro dei lavoratori dinanzi ad un panorama sempre più preoccupante.
Pensioni a 750 euro per chi è nato tra il 1965 e il 1980: la ricerca dell’Inps preoccupa i futuri pensionati. La transizione al sistema contributivo prevede assegni sempre più bassi. Urgente intervenire su salari e occupazione per evitare un dramma sociale.
Secondo il XXI Rapporto annuale dell’Inps, pubblicato nel 2022 e ancora attuale, gli assegni pensionistici per questa generazione potrebbero attestarsi attorno ai 750 euro mensili, un importo che suscita apprensione tra i lavoratori di oggi, futuri pensionati.
Evoluzione del sistema previdenziale
Il sistema previdenziale italiano si è evoluto nel tempo, passando da un sistema retributivo, basato sugli ultimi stipendi percepiti, a un sistema contributivo, in cui l’importo della pensione è determinato dai contributi versati durante la carriera lavorativa. Questa transizione ha comportato una riduzione degli importi pensionistici, creando una situazione di incertezza per le nuove generazioni. Infatti, con l’entrata a regime del sistema contributivo, si prevede che gli assegni continueranno a ridursi, a meno che non si adottino misure preventive, come l’iscrizione a fondi pensione complementari che possano garantire una rendita integrativa.
Le stime dell’Inps sono basate su un caso specifico, considerando un lavoratore con un salario orario di circa 9 euro e 30 anni di contributi versati. Questo scenario rappresenta una soglia utile per comprendere come i futuri pensionati potrebbero trovarsi a dover rivedere il proprio bilancio familiare, specialmente se si considerano i dati attuali che rivelano che:
- 4,8 milioni di pensionati già percepiscono meno di 1.000 euro al mese.
- Circa un terzo dei lavoratori guadagna anch’esso meno di questa cifra.

La questione è ancora più critica se si pensa che, in un contesto di lavoro instabile e di salari tra i più bassi d’Europa, il futuro previdenziale di molti italiani appare sempre più incerto.
Necessità di riforme e prospettive future
L’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha sottolineato l’importanza di un sistema pensionistico più flessibile, che possa adattarsi alle carriere instabili e ai lavoratori più vulnerabili. La necessità di riforme diventa quindi un tema centrale, considerando che la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo non prevede neppure l’integrazione al minimo, lasciando molti pensionati in una condizione di disagio economico.
In questo contesto, la questione delle pensioni si intreccia con le politiche del lavoro e con l’andamento del mercato occupazionale. È evidente che senza un intervento significativo a livello politico, il rischio è quello di una crescita della povertà tra i pensionati, con conseguenze sociali gravi.
Le prospettive per i nati tra il 1965 e il 1980 non sono incoraggianti, ma è fondamentale che i lavoratori di oggi comincino a pianificare per tempo il proprio futuro previdenziale. L’adesione a fondi pensione complementari potrebbe rivelarsi una scelta lungimirante, in grado di offrire una rete di sicurezza per affrontare le sfide economiche del domani. Con un sistema pensionistico in evoluzione e un mercato del lavoro in continua trasformazione, è fondamentale rimanere informati e attivi nella ricerca di soluzioni che possano garantire un futuro dignitoso per tutti.