Violenza minorile e baby gang: a Napoli arriva il processo per direttissima

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Violenza minorile e baby gang: a Napoli arriva il processo per direttissima

Stretta contro la grande ondata di violenza minorile a Napoli: grazie ad un nuovo provvedimento voluto fortemente dalla Presidente del tribunale minorile del capoluogo campano Paola Brunese, si è introdotto in via sperimentale il processo per direttissima contro tutti i giovani di Napoli armati che si macchiano di reati di violenza, di ogni genere.

“Abbiamo avviato una sperimentazione che prevede la costituzione di un collegio apposito, da me presieduto, per trattare i casi di possesso di armi da taglio da parte dei minori con rito direttissimo. Questa novità consentirà di ridurre i tempi di trattazione. Abbiamo oltre tremila fascicoli pendenti al settore Gip Gup, dove ci sono solo quattro magistrati, e il porto del coltello finiva per avere tempi fisiologicamente lunghi. Trattando questi processi con rito direttissimo, in un mese al massimo il giovane che ha subito il sequestro del coltello avrà il suo processo” ha dichiarato proprio la Brunese qualche giorno fa. Un aspetto importante  di questa misura riguarderà poi anche i servizi sociali, chiamati a recarsi presso le abitazioni dei baby criminali per verificarne le condizioni di vita ed il contesto familiare, e per poter accertare se si è trattato magari di un evento occasionale o si tratti di un contesto difficile e da dover prendere in carico.

La giustizia italiana è molto lenta, una macchina spesso ingolfata per l’enorme burocrazia, troppi i reati che restano impuniti per anni, troppe le ingiustizie subite senza ricevere giustizia: quello appena adottato è quindi a tutti gli effetti un provvedimento inevitabile, si rendono necessarie delle disposizioni come quella messo in atto dalla dott.ssa Brunese, la violenza è un germoglio che non deve mai nascere, o deve essere stroncata fin da subito: è necessario un cambiamento radicale che possa garantire un’immediata giusta e certa pena per i reati minorili, anche se di sola natura sanzionatoria.

La città deve investire nella prevenzione e nel recupero sociale, l’unico modo per evitare che i suoi giovani siano condannati ad un futuro criminale. Solo attraverso una risposta forte sarà possibile costruire una Napoli più sicura per le future generazioni.