
A Pontida 2024 la novità è stata certamente Roberto Vannacci, il discusso generale dell’esercito italiano, sospeso dal Ministero per 11 mesi, ora europarlamentare indipendente della Lega, salito alle cronache per il suo controverso “manifesto” letterario “Il mondo al contrario”. Tra le questioni in campo, la cosa più rilevante e importante resta a mio avviso sempre la questione morale, cifra di tutto quello che è l’andazzo politico italiano e internazionale attuale.
Dichiarazioni “imbarazzanti”
Saverio Tommasi, giornalista di Fanpage.it, ha incalzato il nostro nuovo rappresentante europeo sulla presenza come ospiti a Pontida dei leader europei ed extraeuropei come Bolsonaro, che ha affermato “se vedo due gay per strada li picchio”, oppure “Pinochet ne ha ammazzati pochi”; o ancora come Geert Wilders, dei Paesi Bassi, presente anche lui quest’anno a Pontida, e le cui battaglie si fondano su “odio l’Islam” e “mai un centesimo all’Italia”
Vannacci VS Raimo
Vannacci, buttandola sul “chi fa peggio”, replica di non avere “nessun imbarazzo”, così come non ne ha per le dichiarazioni, fatte qualche mese prima, del professor Christian Raimo, che avrebbe affermato, secondo quando dichiara l’ex generale, di “insegnare i suoi studenti a picchiare i fascisti”. In realtà, ospite de La7, Raimo ha dichiarato “penso sia giusto picchiare i noeonazisti”, in riferimento al caso Salis, cosa non meno grave, specificando poi, su domanda mirata di Parenzo, che “non insegna ai suoi studenti a picchiare”, ma ritiene giusto “picchiare neonazisti”, facendo prendere le distanze al conduttore e all’On. Boldrini, presente in studio.
Vannacci quindi si dichiara non imbarazzato né per le gravi dichiarazioni acclarate dei primi, né per quella del secondo, quando invece, in uno Stato democratico e da un uomo di divisa, dovrebbe esserlo per entrambe. Ed anzi, dovrebbe allarmarsi e richiamare la verifica di rilievi penali in quelle dichiarazioni, o allarmarsi per l’urgenza di dover mettere mano alla legge in tutti i Paesi del mondo e ridefinire i rilievi penali connessi alla libertà di espressione.
Mentre Raimo, nonostante da docente sia suo dovere fare la massima chiarezza su civiltà e democrazia, non rinnega la sua affermazione sull’uso della violenza “contro”, e non fa parola su come invece dovrebbero essere gli strumenti civili, di indagine, di giustizia processuale, legali e penali, a dover fermare o vietare manifestazioni apertamente neonaziste o neofasciste, o i suoi singoli membri. Situazione su cui invece, anzi, le Costituzioni, le Leggi e le Magistrature, in particolare quella italiana, stanno mostrando vulnus pericolosi.
La preoccupazione è quella che si stia scivolando sempre di più verso la mortificazione e lo svilimento della democrazia e dei valori civili, dove da tutte le parti trovano sempre più spazi e vengono sostenuti i “cattivi maestri” della società e della politica. Triste. Pericoloso.