Cultura

Teatro Elicantropo, dal 6 marzo ‘Blush’ di Charlie Josephine

Marcello Cotugno porta in scena al Teatro Elicantropo cinque storie sul revenge porn.

Sono tre donne e due uomini divorati dalla vergogna, ciascuno di loro vuole vendetta, e cinque storie sul revenge porn il fulcro dello spettacolo ‘Blush’ di Charlie Josephine nella traduzione di Marta Finocchiaro, che Marcello Cotugno porta in scena da giovedì 6 marzo alle 20.30 (in replica fino a domenica 9), nel Teatro Elicantropo di Napoli.

Presentato da La Contrada-Teatro Stabile di Trieste, l’allestimento vede interpreti in scena Arianna Cremona e Claudio Righini nella scenografia a cura di Luigi Ferrigno, con la regia, colonna sonora, ideazione luci e video di Marcello Cotugno.

In uno spazio occupato solo da un elegante divano, che ricorda gli arredamenti dei salotti ottocenteschi, i cinque personaggi, due uomini e tre donne, daranno vita a un testo che, partendo da una specie di literary drama, evolve, annunciano gli organizzatori in una nota, “in un sabba infernale dove nessuno si salva e dove il ritmo delle battute e dei personaggi si confonde come in un sogno acido.

Un bad trip senza ritorno”. Una cornice sospesa, all’interno della quale si alternano dipinti del romanticismo che rimandano al divano. I dipinti sono Fete galante di Jean-Antoine Watteau, I fortunati casi dell’altalena di Jean-Honoré Fragonard, Paolo e Francesca di Frank Dicksee, Pigmalione e Galatea di Jean-Léon Gérome, An amourous couple di Emile Pierre Metzmacher e Il tramonto di Caspar David Friedrich.

Le musiche di Rival Consoles, Frank Zappa, CHVRCHES, The Books, Crass, Thomas Ross Fitzsimons, Scala & Kolacny Brothers, Graham Lambkin, Fred again.. e Brian Eno “creano situazioni surreali o vanno in contrasto con i temi trattati, avvolgendo i corpi martoriati (on line) dell’attrice e dell’attore. Alla fine la catarsi arriva, ma solo in scena: lì fuori, nel mondo virtuale dei social siamo tutti esposti, vittime e carnefici”.

Blush, si afferma ancora, “è un testo che, come riferito da alcuni critici, non è adatto ai deboli di cuore. Linguaggio diretto, temi brucianti che, proprio come nel titolo, fanno arrossire per la vergogna. Marcello Cotugno ha realizzato questo allestimento con il pensiero rivolto alle nuove generazioni, mettendo la sua esperienza al servizio di un cast giovanissimo per anagrafica e sensibilità e cercando di riprodurre la catarsi esperita dalla visione del celeberrimo quanto discusso Dionysus in 69, alla luce dei problemi che affliggono le nuove generazioni. Un rito della violenza al servizio delle coscienze di oggi”.

This post was published on Mar 4, 2025 8:18

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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