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Rifiuti tossici: la brutta malattia della Campania

di Redazione

Mentre i più elementari diritti – vita, salute, giustizia – sono ogni giorno negati ai cittadini della Campania, i rifiuti tossici per anni sversati nelle nostre terre iniziano a dare “bella mostra” di sè in televisione. Ieri sera la video-inchiesta della Iena Nadia Toffa, oggi i vip chiamati a raccolta da Selvaggia Lucarelli, mentre “Il Mattino” desta scalpore con l’inchiesta svolta a Pianura – dove, all’interno delle discariche, veniva sversato ogni genere di materiale, persino, a quanto sembra, una balena radioattiva.

Adesso l’attenzione mediatica è altissima, tutti gli occhi sono puntati sulla Campania: in internet compaiono le liste delle aziende del nord che avrebbero sversato le loro scorie nelle nostre terre e le telecamere fanno a gara per filmare i cumuli di spazzatura lasciati a marcire sul ciglio della strada, i roghi creati ad hoc per evitare il costoso procedimento dello smaltimento dei rifiuti speciali, le tonnellate di fanghi industriali in fusti interrati nei terreni agricoli della provincia napoletana e casertana, a pochi metri dalle falde acquifere e dalle coltivazioni.

Fino a poco tempo fa sembrava, però, che i cittadini campani fossero gli unici a sapere e, di conseguenza, gli unici a lottare per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del governo nazionale il martirio della Campania e il genocidio della popolazione – perchè in Campania, continuiamo a ricordarlo, esiste un tasso di mortalità per tumore più elevato che nel resto d’Italia. Sono nati comitati che, ogni giorno, documentano e monitorano la situazione dei rifiuti in Campania, effettuando ricerche sugli alimenti prodotti dai terreni quasi certamente contaminati, chiedendo controlli delle forze dell’ordine e interventi di bonifica per tutelare la salute tanto di chi vive nel territorio, quanto di chi – ignorando ciò che mangia – si avvelena con i cibi tossici che raggiungono le tavole di tutta Italia.

Una lotta tenace, senza tregua, della società civile nostrana che, tuttavia, per lungo tempo ha sembrato sortire pochi effetti: i roghi, le morti, gli sversamenti hanno fatto terra bruciata nella Terra dei Fuochi e dei Veleni, fino a che, solo negli ultimi mesi, la nazione sembra aver aperto gli occhi. Forse, gli interessi della camorra – non  solo quella delle pistole, ma anche quella dei colletti bianchi – sono stati, e lo sono tuttora, talmente forti da aver soffocato, per troppo tempo, la voce della protesta della brava gente che cercava di difendere la propria vita e la propria terra.

Ora, la chiamano il “Triangolo della morte” questa porzione di “Campania felix” tra Napoli e Caserta. Una terra violentata, avvelenata, condannata a morte dallo sversamento illegale di rifiuti tossici: come nel misterioso triangolo delle Bermuda anche qui la gente continua a sparire. La differenza sostanziale è che si sa benissimo, da decenni, perchè si sparisce: qui si muore, a causa della “brutta malattia” come ricordavano i cittadini ripresi delle telecamere de “Le iene”, qui si muore soffocati dalla rabbia e dall’indignazione nel silenzio dell istituzioni.

Adesso l’attenzione mediatica è altissima e gli attivisti ne approfitteranno per far sentire ancora di più la propria voce: presto, promettono dalla Terra dei Fuochi, forse entro la fine di ottobre, ci sarà “una grande Mobilitazione Generale di persone perbene. Un corteo. Non di silenzio. Non di lutto. Ma di ribellione civile e di grande indignazione”. Perchè di lutti qui ne hanno subiti abbastanza, ora è il momento di agire per cambiare lo stato delle cose.

2 ottobre 2013

This post was published on Ott 2, 2013 20:10

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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