sabato, Luglio 27, 2024
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“Mentre tutti fingono”: il nuovo avvincente romanzo di Clementina Tirino

La società, e non solo quella attuale, è costruita attorno a degli schemi ben precisi, spesso anche rigidi, che ci impongono delle regole, dei limiti oltre cui spesso non bisogna andare “perché altrimenti non è corretto”. Ma corretto per chi? Ecco, spesso mi pongo questo quesito, non trovando facilmente risposta. E quindi la soluzione quale potrebbe essere? Semplice, imporci delle maschere, parafrasando ciò che il Maestro Pirandello diceva qualche tempo fa. Usiamo perennemente maschere, in ogni occasione, in qualsiasi contesto: familiare, lavorativo, in amore, in amicizia … In pratica fingiamo sempre ciò che sotto sotto forse non siamo, nessuno è libero totalmente di esprimere il proprio Io! Amara, molto amara, ma purtroppo è la verità della vita. E, sembrerà strano a dirsi, ma oggi le finzioni sono aumentate a dismisura anche a causa dei social! Sì, perché il mondo social è fatto per lo più da finzione, da maschere: una società virtuale dove tutti sono ad esempio leoni da tastiera, ragazze in bella mostra truccate o fisicamente perfette grazie ai filtri, ragazzi scultorei tipo bronzi di Riace … tutto ruota attorno all’immagine, distorta, della nostra stessa realtà, della nostra personalità! Una società che in sostanza preferisce l’apparenza fatta di molti finti sorrisi, di un perbenismo ipocrita e vacuo … ma che società è mai questa? Ma se fossero proprio le persone convinte di certe regole di perbenismo assoluto a sbagliare? Spesso trovo risposte e miei spunti di riflessione nella lettura, e anche in questo caso devo dire che un grande aiuto me lo ha fornito un libro che ho letto da poco, “Mentre tutti fingono” di Clementina Tirino. Mi ha molto incuriosito la trama devo dire: la storia di Viktoria che, delusa dalle finzioni della vita, smette di amare, convinta che sia solo una grande bugia. Ma poi mette su tutte le sue forze interiori per riemergere, scoprendo che nulla è proibito dato che tutto lo è, compie un vero e proprio viaggio metaforico, sbagliando tante volte fino a capire la sola cosa giusta da fare: smettere di fingere. Un romanzo che all’apparenza può sembrare leggero ma non lo è affatto, anzi, offre grandi spunti di riflessione. Sono riuscito a contattare l’autrice e a farmi concedere un’intervista che riporto per i lettori di RoadTv Italia:

Clementina, giovane autrice ma con idee e pensieri molto maturi: cosa ti ha spinto a scrivere un libro sulla finzione?

Carissimo Fabio, hai presente quelle domande che tutti si fanno, ma non hanno il coraggio di ammettere né di pronunciare? Quelle che spaventano? Ecco, proprio quelle. Io ho provato, attraverso i protagonisti del romanzo, a mettere in luce alcuni discorsi tabù. Ho lasciato che i pensieri  “che non si devono fare”  potessero avere la giusta importanza. Non si tratta di maturità ma di coraggio. Con questo non voglio dire che chi finge è un pusillanime. Chi finge molto spesso non si accorge di farlo. Allora mi sono chiesta cosa ci spingesse inconsciamente verso la finzione. Le risposte che mi sono data sono diverse. Allora ho provato a mettere in scena una storia come tante, dove fingere, poteva sembrare la normalità. Ho messo alle strette i personaggi fino a porli di fronte ad una scelta scomoda. Quello che ne è venuto fuori ha stupito anche me. Cominciare a scrivere un romanzo somiglia tanto a una storia d’amore. Ti perdi, non lo sai dove ti porterà. Posso assicurarti che questo romanzo è nato con me nel momento in cui ho scritto la prima frase. È andato via via a modificarsi e mi sono stupita di quello che ne è venuto fuori.

Fingere potrebbe avere dei lati positivi nelle relazioni con gli altri?

Fingere non è una brutta parola. Ci è stato insegnato che fingere è sbagliato, quasi si associa al settimo comandamento. Non è così.

Fingere, a mio avviso, nasce da un’esigenza. Non si finge per scelta. È un modo di adattarsi a situazioni e storie che non vanno proprio giù. Possiamo dire che siamo vigliacchi lussuriosi. Amiamo vivere una vita che non sposa bene con i nostri desideri, cerchiamo la perfezione, non la troviamo e facciamo finta di accontentarci. Quando capiremo che quella perfezione non ci dona la famosa felicità, ci moriremo in quella perfezione. Si può vivere, come quasi tutti facciamo, una vita catalogata nella finzione e va benissimo tutto fino a quando non ce ne accorgiamo. Quando cominciamo a porci le vere domande, smettiamo di fingere e proviamo a darci le risposte. Molto spesso non ci riusciamo, oppure non ci piacciano le risposte. Allora soffriamo di un dolore lento, intangibile. Un dolore senza nome che fa più rumore di un qualsiasi problema. Quindi, mi chiederai adesso se chi finge è più felice di chi smette? In effetti, è così. Smettere di fingere comporta il rischio di conoscersi sul serio e non sempre amiamo chi siamo veramente.

Spesso è capitato anche a me, dico bugie, fingo in pratica, per poter proteggere qualcuno o qualcosa … questo secondo te potrebbe essere considerato un gesto fatto a fin di bene? Altruista?

Esistono diverse sfaccettature della finzione, così come della bugia. Vogliamo accoppiare la finzione alla bugia, ma non hanno le stesse pene. Non puoi fingere per proteggere, secondo il mio punto di vista, anche perché ognuno sa proteggersi da solo. Quando sei chiamato tu a farlo stai solo assecondando la sua personalità che finge, appunto, di aver bisogno di protezione. Rispondendo alla tua domanda… sì, secondo me tutti i gesti fatti con buone intenzioni possono essere considerati altruisti e fatti a fin di bene. Non importa com’è appreso il gesto finto o la bugia. Importa, dove vuole o vorrebbe andare a finire. Importa quello che tu hai provato a “risolvere”, fregandotene delle regole, dei pregiudizi e dei giudizi, anche se passi per bugiardo.

Chi non vuole essere “camaleontico” e conformarsi alle persone che lo circondano fingendo viene quasi ghettizzato … perché?

Il diverso viene emarginato da sempre. Che si tratti di diversità sociale, politica o religiosa, la società ci vuole tutti uguali. Siamo più gestibili se la pensiamo tutti allo stesso modo. In un certo senso una sorta di regola aiuta a vivere meglio. Le leggi, le regole non scritte, ma che devi seguire, gli obblighi e i doveri esistono prima che cominci a pensare. Allora il nostro pensiero si modifica a essi. Non ce ne accorgiamo ma siamo condizionati. Quando smettiamo di essere camaleonti e proviamo a essere aquila allora da lassù la prospettiva ci appare diversa, di conseguenza diventiamo criticabili e siamo ghettizzati. Succede molto spesso che siamo temuti o invidiati perché il coraggio di spiccare il volo non è per tutti!

Viktoria, la protagonista della tua storia, si trova a combattere con la sua stessa persona che ha certezze da un lato e fragilità dall’altro …

Viktoria è una donna che si è adattata sempre a quello che le è capitato. Si è accontentata e per un’inclinazione sbagliata, ha pensato di meritare solo quello. Viktoria si pone le domande giuste e sa di essere la persona meno adatta a quelle risposte. Si scontra con le sue origini, in parte sconosciute. Odia, rinnega, giudica chi l’ha generata. Accetta ma non riesce a perdonare. Non ha paura di voltare le spalle a una madre debole, a un amante scomodo e a un lavoro opprimente. Si specchia nei suoi stessi errori e non le piace quel riflesso. Osa smettere di fingere e scegliere di vivere. Così quando si ritroverà di fronte alla scelta più importante della sua vita, non esiterà nel fare quello che vuole solo lei e non quello che si aspettano gli altri.

Hai dichiarato che il tuo è un libro per le donne ma non delle donne …

Sono dell’opinione che a fingere è principalmente la donna. Non è una critica. Come dicevo prima, chi finge non è l’antagonista. La donna è sommersa da responsabilità e incarichi spesso scomodi. Noi donne siamo fallibili ma non lo lasciamo intendere. Essere donna, mamma, figlia, amica, amante, sorella e continuare a rialzarci non è semplice. Fingiamo per una necessità innata che gestiamo bene.

E poi nel tuo romanzo viene dato spazio all’amore. Ecco, cos’è l’amore? Anch’esso è finzione?

In tutti i miei romanzi viene dato spazio all’amore! Argomento complesso, profondo, complicato, universale e al tempo stesso molto intimo. A riguardo non provo a definirlo. Provo a interrogare quelle che sono le mie impressioni, se così le vogliamo chiamare. E se invece fosse tanto semplice l’amore e nessuno se ne rendesse conto? La verità è che dell’amore nessuno ci ha mai capito nulla fino in fondo. È un po’ con Dio, come la fede. Ci devi credere, anche se non lo vedi. Chi può vantarsi di amare o essere amato sul serio se non esiste un test né una misura di esso? L’amore potrebbe essere la più bella finzione mai interpretata tra due perfetti sconosciuti che per un caso s’incastrano, si promettono un per sempre e non si lasciano più. Smettiamo di credere nell’amore nel momento in cui pretendiamo sicurezza. Come si fa a chiedere certezze ad un sentimento così libero come l’amore? L’amore è concedersi, pensarsi, dare senza aspettare che ti sia chiesto. Godere mentre dai, non mentre ricevi. Lanciarsi in un vuoto senza assicurarsi di avere un paracadute. Quando lo mettiamo alle strette e gli chiediamo di sottoscrivere smette di dare e comincia a fingere. Perché l’amore cozza male con il futuro. L’amore non è futuro, è esserci nuovamente ogni giorno.

Nella società mordi e fuggi di oggi c’è ancora spazio per un sano romanticismo?

Io penso che prima o poi ci stancheremo del like, delle emoji, dei filtri e delle frasi fatte. Arriveremo al punto di andarci a studiare le vecchie lettere d’amore, le canzoni, i romanzi e le testimonianze del grande amore raccontato da vecchi amanti. Ritroveremo l’autenticità e l’emozione persa ma non cancellata. Ci innamoreremo solo nell’interpretare quello che è stato. Perché siamo figli dei grandi amori e delle storie impossibili, qualcosa in noi sarà pur rimasto.

Progetti per il futuro?

Ho voglia di ricominciare a scrivere! Scrivere parte da un’esigenza. O fingi o scrivi! Non posso farne a meno.

Ringraziando ancora Clementina per la sua disponibilità, ricordo che “Mentre tutti fingono” si può acquistare comodamente online seguendo questo link https://www.amazon.it/Mentre-tutti-Fingono-Clementina-Tirino/dp/B0CGTTCC3R

Fabio Iuorio
Fabio Iuorio
Osservatore del sociale a 360°, amo scrivere e guardare Oltre Ho amato il ruolo di giornalista e speaker radiofonico fin da bambino, mi piace poter approfondire temi a sfondo sociale spesso ignorati dalla società moderna. Che dire, come si evince dal titolo della mia trasmissione ( Imagine - Il Mondo Che Vorrei ) … sono un eterno sognatore di un mondo come quello descritto da John Lennon in Imagine, un mondo dove non esistono discriminazioni e guerre, nulla per cui uccidere o morire.
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