di Francesco Cava
Come non ricordare gli emozionanti incontri del grande Mike Tyson, idolo indiscusso degli anni ’80 e ’90, e illustre personaggio ancor oggi, che scatena opinioni contrastanti tra la gente, c’è chi lo ricorda come un grande campione e chi invece lo giudica feroce ed irruento.
Iron Mike, come era stato soprannominato nel periodo più florido della sua carriera, ha da poco scritto un’autobiografia, “Undisputed Truth” (“L’indiscussa verità”), ove si racconta nella sua ascesa, nel periodo d’oro e nel declino senza peli sulla lingua, confessando i suoi più intimi segreti.
Comincia ricordando la sua infanzia turbolenta e di come il pugilato gli abbia cambiato la vita e in un certo modo lo abbia “salvato” da quello che poteva essere più presumibilmente il suo futuro, di come il ring gli abbia regalato pace e tranquillità nella confusione della sua esistenza; pace che perderà però ben presto con la morte del suo amico, mentore ed allenatore Cus D’Amico.
Da qui comincia il travaglio, una vita all’insegna del vizio e della violenza irrefrenabile, che ha portato l’indiscusso campione del ring a commettere quelle azioni che lo hanno portato finanche in carcere, una delle esperienze che lo hanno maggiormente segnato.
Comincia dalla sua prima moglie, trovata a letto con Brad Pitt, fino allo stupro di Desiree Washington, il famosissimo morso ad Evander Holyfield, sottolineando di quanto sia stato fortunato il suo avversario a perdere solo un pezzo di orecchio e non la vita, Tyson quell’incontro lo voleva terminare con la morte del povero Evander: “Lo volevo uccidere, ero fuori di me“.
Ci racconta nel dettaglio la vita in carcere asserendo di essere stato a letto con moltissime donne nel suo periodo di detenzione, in tante, infatti, facevano la fila per andare a trovare il pugile più amato/odiato della storia, tra queste anche una funzionaria dell’Antidroga pagata profumatamente (10 mila dollari).
In tema di droga Mike ha confessato, nella sua scioccante autobiografia, di essere salito sul ring il più delle volte sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, cocaina o marijuana, riuscendo puntualmente ad eludere i test anti-doping con un trucco che a suo dire è molto frequente in questo mondo. Utilizzava un pene finto riempito di urina pulita fornitagli da un suo assistente, così era praticamente impossibile essere scoperti. Ha anche giustificato lucidamente il suo atteggiamento: “La storia di tutte le guerra è una storia di droga. Tutti i grandi generali e combattenti erano drogati in battaglia“.
Tyson ad oggi è alle prese con una delle battaglie forse più difficili della sua vita, quella di condurre una vita “normale”, non negando che spesso ha nostalgia per i tempi in cui trascorreva le notti all’insegna della trasgressione.