Il delicato tema dell’incomunicabilità di coppia sviscerato con un’abile psicologa come Monica Buonaiuto.
“La vita senza amore dimmi tu che vita è … “ recita una recente canzone di Fedez. Vero, niente di più vero sottolineo. Proprio grazie a questa frase ho incentrato il focus di oggi: l’incomunicabilità di coppia. La base di qualsiasi rapporto è data dalla comunicazione, dal potersi esprimere, dal non silenzio, e ancor di più in amore! Un rapporto stabile, duraturo, vero, non è dato dal solo “tesoro mio”, “amore mio”, “bacio bacio micio micio” ma dal condividere e parlare. Purtroppo però se non si è più in grado di esprimersi con l’altro, il rischio è di trovarsi in una strada senza uscita, il Noi muore man mano, lasciando spazio al silenzio e alla non comunicazione, e quindi inesorabilmente alla solitudine. Più ci si apre alla solitudine e più viene alimentata la consapevolezza della diversità dell’altro rispetto a noi stessi, cosa che inizialmente non veniva vista o non si considerava molto importante. Tutto ciò porta allo sgretolarsi della coppia, al cercare distrazioni, al tradimento insomma, illudendosi di aver trovato così una soluzione al problema. Mi soffermo ad esempio molto spesso a notare coppie sedute al tavolo di un ristorante senza parlare, senza dire una parola, ma magari impegnati con il proprio smartphone ad inviare messaggi o a scorrere le pagine dei social: niente di più sbagliato, questo è il vero campanello d’allarme che ci fa capire subito di qualcosa che non va! Certo, è vero che tutti durante la propria vita di coppia si trovano ad affrontare conflitti e litigi, ma la capacità di poterli affrontare diventa una delle più grandi conquiste, una vittoria per la coppia stessa, e qui una buona comunicazione è uno degli aspetti fondamentali da far crescere. Certo, da sola non basta, ma se due persone riescono ad ascoltarsi e a capire il punto di vista dell’altro, il loro rapporto sarà più armonioso. Per avere un rapporto di coppia felice esiste un’unica vera ricetta: aprirsi con il proprio partner, discutere con calma di eventuali problemi e cercare punti d’incontro, lo scontro non porta a nient’altro che alla distruzione. D’altronde se la coppia toglie il dialogo, cosa resta al rapporto stesso? Nulla, solo convivenza con una persona, e questo porta sempre di più a chiudersi e ad allontanarsi dall’idea della coppia stessa.
Oggi ho potuto parlare di quest’argomento così particolarmente spinoso con un’abile psicologa, la dott.ssa Monica Buonaiuto a cui ho rivolto delle domande che riporto qui per i lettori di RoadTv Italia:
Monica, secondo la psicologia perché nelle primissime fasi della conoscenza si tende a nascondere il proprio io?
Ciao Fabio, allora, un primo aspetto che mi viene da sottolineare è che in generale quando si entra in relazione con un Altro che ci interessa, sia esso un potenziale amico, un potenziale datore di lavoro, o un potenziale partner, si manifesta la tendenza a voler piacere, dunque ci si gioca le proprie carte migliori per raccogliere consensi e vicinanza. Questo accade dunque anche nelle prime fasi della conoscenza in una coppia. Cosa accade nello specifico nelle prime fasi? Nelle fasi iniziali di una relazione vi è una forma di idealizzazione dell’altro e di benessere psicofisico talmente diffuso che tutto appare meraviglioso con la conseguenza che si riesce più facilmente ad esternare e mostrare gli aspetti migliori di se stessi rispetto agli altri. Ciò è spiegato, a livello neurobiologico, dal fatto che i livelli di ormoni quali serotonina dopamina e ossitocina fondamentali proprio nella genesi di condizioni di benessere a livello sia fisico che psicologico, raggiungono picchi molto alti proprio nelle prime fasi della conoscenza e dell’innamoramento. Altro aspetto che mi viene in mente è che, più generalmente, nascondere parti di sé possa essere alla base di un rapporto conflittuale con se stessi e con le suddette parti. La persona non si accetta nella sua totalità e per quello che è, per questo tende a mascherare talune caratteristiche e ad oscurarle. Tuttavia questo fenomeno, alla lunga può anche generare poi difficoltà nelle relazioni in generale e in quelle di coppia.
La comunicazione è linfa vitale nei rapporti di coppia, tu cosa ne pensi?
Zygmunt Bauman diceva che il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione. La comunicazione in generale è linfa vitale delle relazioni di qualunque genere e lo è anche nelle relazioni di coppia per co-costruire significati insieme, per condividere tutto quanto concerne il proprio mondo interno con l’altro, per accogliere l’altro e il suo punto di vista. Grazie alla comunicazione nella coppia è possibile far emergere ad esempio anche le differenze tra i membri che la compongono, differenze che non sono necessariamente distruttive o foriere di contrasti ma anche costruttive e di condivisione. Questi sono aspetti sani della condivisione all’interno della coppia che generano compartecipazione reciproca. Una caratteristica di una comunicazione che funziona è quella definita ascolto attivo che si verifica quando all’interno di una comunicazione tra persone c’è accettazione ed empatia, per cui ciascuno si sente compreso e non giudicato. Quali possono essere invece, gli errori della comunicazione? In primis c’è il fatto che spesso si è assolutisti ovvero si è in grado di ascoltare solo se stessi chiudendosi al mondo esterno e quindi al partner. Altro esempio è quando i membri della coppia, entrambi o uno solo dei due, non riescono ad esternare il proprio mondo interno all’altro, o le proprie difficoltà. Il silenzio e la mancata comunicazione possono generare distanza emotiva e fisica e ridurre l’intimità nel senso di condivisione di contenuti. Altra difficoltà può essere quella di non riuscire proprio a porsi in “ascolto” dell’altro, ascolto non uditivo ma emotivo. Si parla in questi casi, in contrasto al concetto di ascolto attivo, di comunicazione disfunzionale basata sull’ aggressività verbale e/o fisica, sul giudizio, sulla non accettazione dell’altro e dei suoi punti di vista, sull’umiliazione. Un aspetto importante alla base della comunicazione è senza dubbio l’educazione emotiva in termini di possibilità di sintonizzarsi con l’altro e i propri vissuti.
Il tradimento può essere frutto della non comunicazione di coppia?
Il tradimento all’interno di una coppia può essere frutto di diversi fattori critici tra cui anche la mancanza di comunicazione o la presenza di una comunicazione disfunzionale. Abbiamo già sottolineato che quando la comunicazione manca, c’è senz’altro una chiusura all’interno della coppia, una mancanza di condivisione del proprio mondo interno con l’altro, la perdita della dualità che compone la coppia stessa. In questo scenario di mancanza di intimità che può essere sia fisico che mentale è possibile che si possa inserire un terzo membro attraverso la dinamica del tradimento. Tale tradimento tuttavia può anche traghettare la coppia in una fase evolutiva successiva o di allontanamento definitivo dei membri oppure di presa di consapevolezza della presenza di difficoltà con successiva analisi e ridefinizione della coppia stessa.
Monica, che consigli puoi dare per una sana e utile comunicazione di coppia?
Prima ancora della comunicazione all’interno della coppia è fondamentale che ciascun membro abbia la capacità di porsi in un rapporto empatico verso l’altro, sappia regolarsi in termini di ascolto attivo, sappia aprirsi al confronto, riconoscere gli errori e non spaventarsi di essi. È importante dunque che ci sia innanzitutto un rapporto sano con se stessi e con il mondo per poi entrare in maniera sana all’interno di una coppia. Una comunicazione sana è una comunicazione nella quale non ci si sente offesi, giudicati, umiliati e quindi non si offende, giudica, umilia. Ma al contrario ci si sente compresi, rispettati e accolti, quindi si comprende, rispetta e accoglie, seppur nelle differenze. Bisogna partire dal presupposto che l’altro da sé è diverso per definizione e non bisogna esigere che possa avere gli stessi nostri pensieri, emozioni e sentimenti. Ciascuno è foriero di un’individualità che può rappresentare ricchezza per l’altro. Solo in questa ottica la comunicazione di coppia può assumere una connotazione positiva e foriera di benessere per la realtà coppia e per ciascun membro che la compone.
Scrivendo quest’articolo ho lungamente pensato ad una commedia di Eduardo De Filippo, Sabato Domenica e Lunedì, opera del 1959 ed ancora profondamente attuale: tema principale della commedia è proprio l’incomunicabilità dell’amore. Eduardo in questa commedia sembra voler rimarcare che spesso il solo sentimento nobile dell’amore non basta: anzi, sembra che ostruisca, causando una serie di effetti imprevedibili. Il lieto fine di questa commedia non è poi tanto lieto: se l’amore resiste la stima decade. Dopo la riconciliazione, donna Rosa si affaccia al balcone per salutare il suo uomo come una volta, mentre va a lavoro, ma lui già non si intravede più, forse coperto dal solito giorno di routine, di illusioni e incomprensioni. Eduardo ci pone così in modo sottile ma deciso una domanda: come può sopravvivere l’amore senza la stima?
Non bisogna mai temere un conflitto, anzi, bisogna affrontarlo prima ancora che si ingigantisce e diventa mortale per la coppia, al pari di un tumore.