Il santone del digiuno nel Salento, cresce la paura di una società… liquida

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Il santone del digiuno nel Salento, cresce la paura di una società... liquida

Cresce la preoccupazione per il santone del digiuno a Miggiano (Le) che attira quotidianamente tanti giovani in tutta Italia. Un uomo come tanti all’apparenza, ma che grazie alla sua arte persuasiva riesce ad attrarre sempre più adepti in tutta Italia, definendosi come uno dei figli diretti di Dio. Le “regole” per far parte questa setta sono chiare quanto ferree: chi entra deve mollare il lavoro, non avere rapporti sessuali e sentimentali per lunghi periodi e mangiare o bere in piccolissime quantità. Vengono addirittura previsti ben quattro giorni di digiuno per permettere la purificazione dell’anima e del corpo. L’ombra della pura follia aleggia prepotentemente sul abbandonato lì dove ormai vive questa comunità fatta da giovani che abbandonano la famiglia e gli affetti più cari per seguire il “guru”. Ci si può chiedere come facciano a vivere tante persone in un luogo abbandonato, privo di riscaldamento, luce e gas, e senza alcun reddito, visto tra l’altro il divieto di lavorare: semplice, attraverso i soldi donati dagli stessi membri e gestiti esclusivamente dal santone, e dai miseri ricavi ottenuti dai giovani attraverso l’elemosina che sono costretti a chiedere quotidianamente per le vie della città. In questa comunità c’è addirittura un ragazzo colpito da anemia, in condizioni fisiche gravi e del tutto denutrito ma che non molla, non lascia la comunità, affidandosi completamente al suo “maestro” e alle sue parole. Ha conosciuto il “maestro” e la sua setta attraverso i social in appositi gruppi (aperti e chiusi poi improvvisamente, forse per non dare troppo nell’occhio), partecipava agli incontri spirituali da cui tornava sempre più confuso e rifiutando contatti con tutti, compresi i suoi familiari; questo isolamento ha fatto precipitare la situazione e ancor di più da agosto 2023 quando il giovane ha deciso di trasferirsi definitivamente in Salento per convivere con il suo santone e gli altri seguaci della setta. Da allora le condizioni psico-fisiche sono allo stremo e i familiari temono per la sua vita: più volte hanno implorato il figlio di rientrare a casa e di allontanarsi “da una figura tanto pericolosa” ma le richieste sono state tutte respinte.

Ora finalmente è passato tutto nelle mani della Procura, con apposita denuncia sporta dai genitori del ragazzo, cercando così di far luce su questo reato: per gli avvocati della famiglia, il ragazzo, così come gli altri del gruppo, sarebbero stati circuiti dal santone. Resta però un dubbio, un forte interrogativo la cui risposta risulta essere forse più complessa di ciò che si pensa: come può un truffatore al giorno d’oggi fare leva sulla mente dei giovani? Una volta magari sì, magari aveva più campo fertile, non c’era tanta cultura e la mentalità della popolazione era di sicuro più chiusa, più gretta … ma oggi? In un mondo dove la conoscenza è il pane quotidiano di tutti, come può un semplice truffatore raccogliere tanti discepoli e basando il tutto sulla fuffa? Ora tocca agli inquirenti stabilire le cause e le giuste punizioni per il reato commesso, ma un dato è certo: la società è sempre più sola, sempre più alla ricerca di emozioni forti, è sempre più liquida! Ecco il concime che alimenta una società sempre più tristemente … fatua.