venerdì, Maggio 3, 2024
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Donna? Mamma “per forza”, pregiudizi e gap della moderna società

La donna, ecco la protagonista assoluta del grande film della storia dell’umanità. All’alba del 2024 continua però ad essere un vero e proprio “oggetto”, sotto tutti i punti di vista. Episodi di femminicidio e violenza a parte, ciò che ha fatto rabbrividire un po’ tutti in queste ultime settimane sono le parole dette da una stessa donna, tale Lavinia Mennuni, parlamentare di Fratelli d’Italia, nei confronti del suo stesso sesso: “Non dobbiamo dimenticare che esiste la necessità, la missione, di mettere al mondo dei bambini, che saranno i futuri cittadini e italiani”. Lungi da me di parlare di politica, ma queste parole fanno male, molto male, fanno tornare in mente certe mentalità che hanno fatto sì storia, ma secoli e secoli addietro, ed in senso negativo, epoche in cui la donna era nient’altro che un oggetto di desiderio sessuale, o, peggio ancora, fanno pensare a certi pensieri di un passato non molto lontano da noi, dove la donna era solo una “macchina sforna figli”, uno strumento per allevare i futuri “figli della lupa”. Mi fermo, rifletto. Ma di quale missione stiamo parlando? Ci sono donne che magari desiderano fare carriera, desiderano conquistare quello che ancora oggi viene loro negato! Un qualcosa del tutto inconciliabile con l’avere figli, mancano gli strumenti o, per dirla meglio, volutamente mancano. Una donna può e deve scegliere se avere figli ma, laddove voglia, deve essere messa in condizioni di poterlo fare, conciliando famiglia con il lavoro. Eppure qui in Italia sembra di essere quasi nel Medioevo, sembra tutto un grande controsenso, si invita alla procreazione, ma non si creano magari leggi ad hoc. Esempio tipo? Colloquio di lavoro, esaminanda una donna, giovane. Domanda tipo del recruiter: “Sei sposata o fidanzata? Hai figli? Vorresti averne?” Alla risposta ( naturale ) “Sì, vorrei un giorno avere dei figli” oppure “ Sì, ho dei figli”, guarda caso la sua candidatura viene cestinata nella maggior parte dei casi, seppur magari la candidata ha tutti i requisiti per ottenere quel determinato lavoro. La mentalità, l’arretratezza mentale è stata ed è ancora un problema, la maternità viene vista ancora oggi come un ostacolo al lavoro, non un valore aggiunto! Le donne in ambito lavorativo sono sempre le ultime ad entrare ma le prime ad uscire … questa la sintesi della condizione professionale del gentil sesso nel mercato del lavoro, che tuttora persiste in Italia. Le donne sono più degli uomini, studiano di più e spesso hanno risultati scolastici migliori dei loro coetanei, ma lavorano di meno e, soprattutto, sono meno valorizzate sul posto di lavoro. Il loro talento è quindi mortificato, con conseguenze che pesano sul vissuto delle singole donne ma anche sull’intera società, che si trova a dover fare a meno di risorse preziose. Bello parlare, fa comodo sedersi su una bella poltrona rossa da parlamentare e fare discorsi motivazionali, ma nella pratica cosa si fa? Chi cerca di trovare un modo per colmare questo gap tra uomo e donna? Chi si occupa dell’inclusione vera, effettiva, della donna nel mondo del lavoro?

Consideriamo poi un altro aspetto, non di meno importante: ma le donne che non possono avere figli? Le donne che soffrono magari già

perché la natura non ha concesso loro la gioia della maternità? Una dichiarazione come quella della Mennuni risulta infelice anche per l’offesa gratuita lanciata proprio al suo stesso sesso che, non potendo avere figli, già soffre, e tanto. Vorrei ricordare che l’impossibilità di avere figli, quando lo si desidera, sia che si tratti di infertilità che di sterilità, si accompagna sempre a sentimenti di colpa e di impotenza, di dolore per un sogno che non si realizza!

Non so più cosa pensare, spesso resto basito, immerso tra mille dubbi sulla nostra umanità, sulla nostra società, tanto all’avanguardia quanto gretta! Diventare madri non è una tendenza, non una moda da seguire ad ogni costo, non è “cool”. Le donne, almeno la maggior parte, vorrebbero avere figli, vorrebbero essere madri giovani, ma vorrebbero anche garanzie circa il loro futuro professionale, cosa che attualmente non esiste e non è protetto in alcun modo. La politica, oltre a recitare sermoni, può e deve offrire garanzie prima ancora di proferire parola.

Houston, abbiamo un problema.

Fabio Iuorio
Fabio Iuorio
Osservatore del sociale a 360°, amo scrivere e guardare Oltre Ho amato il ruolo di giornalista e speaker radiofonico fin da bambino, mi piace poter approfondire temi a sfondo sociale spesso ignorati dalla società moderna. Che dire, come si evince dal titolo della mia trasmissione ( Imagine - Il Mondo Che Vorrei ) … sono un eterno sognatore di un mondo come quello descritto da John Lennon in Imagine, un mondo dove non esistono discriminazioni e guerre, nulla per cui uccidere o morire.
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