sabato, Luglio 27, 2024
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Covid, mortalità nei non vaccinati 15 volte più alta di chi ha la dose booster

Covid. I dati contenuti nel Report integrale sulla sorveglianza epidemiologica SarS-Cov-2 dell’Istituto superiore di sanità

La mortalità per Covid-19 tra le persone senza vaccino risulta 15 volte più alta rispetto a chi ha fatto la dose booster, e circa 5 volte maggiore rispetto a chi è vaccinato con due dosi da meno di quattro mesi. Sono i dati contenuti nel Report integrale sulla sorveglianza epidemiologica SarS-Cov-2 dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato oggi, che riporta i dati di mortalità nella popolazione over 12, registrati nel periodo 21 gennaio-20 febbraio 2022.

Le persone prive di vaccino, in base al rapporto, finiscono in terapia intensiva 13 volte di più rispetto a chi ha fatto la dose booster. Il tasso di ricovero in rianimazione tra le persone sopra i 12 anni non vaccinate è risultato – nel periodo 28 gennaio-27 febbraio – di 16 ricoveri per 100mil abitanti, pari a circa 4 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da più di 120 giorni, (4 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) e circa 13 volte rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster: tra questi il tasso di ricovero a di 1 per 100mila.

I non vaccinati, inoltre, vengono ricoverati in ospedale circa 8 volte di più rispetto a chi ha ricevuto il booster e circa 3 volte di più rispetto a chi ha fatto la doppia dose, indicano i dati dei ricoveri nei reparti di area medica degli ospedali italiani nella popolazione over 12 registrati fra il 28 gennaio e il 27 febbraio.

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Il tasso di ospedalizzazione per i non vaccinati è stato infatti di 222 ricoveri per 100mila abitanti contro i 65 ricoveri per 100mila abitanti registrato fra chi aveva due dosi (circa 3 volte maggiore) e contro i 27 ricoveri per 100mila abitanti tra chi aveva la dose aggiuntiva/booster (circa 8 volte più alto).

L’efficacia del vaccino nel ridurre il rischio di infettarsi con Sars-CoV-2 è pari al 72% nei vaccinati con booster rispetto ai non vaccinati, al 52% tra coloro che hanno completato il ciclo vaccinale entro 90 giorni, al 43% tra i 91 e 120 giorni dalla vaccinazione, e al 48% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, evidenzia il report.

Dai dati emerge inoltre che il vaccino anti-Covid ha una efficacia nel prevenire casi di malattia severa è del 92% nelle persone vaccinate con dose booster e scende al 73% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, al 76% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e al 76% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni.

Nella fascia 10-19 anni si registra il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 1.695 casi per 100.000, mentre nella fascia di età 70-79 anni si registra il valore più basso, 556 casi per 100.000 abitanti. In aumento l’incidenza a 14 giorni nelle fasce 10-19, 20-29, 50-59, 60-69 e 70-79 anni, secondo il quadro delineato da dati che abbracciano il periodo dal 28 febbraio al 13 marzo.

Dal monitoraggio settimanale, relativo al periodo 7-13 marzo e diffuso ieri, si è evidenziato, a livello nazionale, un aumento dell’incidenza a 576 per 100.000 abitanti, rispetto a 429 per 100.000 abitanti della settimana precedente (28 febbraio-6 marzo).

In questo contesto risulta in leggera diminuzione da circa tre settimane la percentuale dei casi Covid segnalati nella popolazione in età scolare (26%) rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana il 15% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 39% nella fascia d’età 5-11 anni, il 46% nella fascia 12-19 anni.

Il report ricorda come dall’inizio dell’epidemia da Covid al 16 marzo sono stati diagnosticati in totale 3.072.520 casi nella popolazione 0-19 anni, di cui 15.532 ospedalizzati, 355 ricoverati in terapia intensiva e 50 deceduti.

Redazione Desk
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Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.
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