
Ora legale, attenti agli effetti sulla busta paga - roadtvitalia.it
L’ora legale non avrà solo effetti sulla routine quotidiana. In alcuni casa anche in busta paga i nuovi orari si faranno sentire.
Tra sabato 29 e domenica 30 marzo scatterà il momento di spostare le lancette dell’orologio. Un giorno di anticipo rispetto al 2024, quando il passaggio dall’ora solare a quella legale ebbe luogo tra il 30 e il 31 marzo. Come da prassi, alle due di notte le lancette si sposteranno in avanti di un’ora, alle tre. Questo spostamento avrà conseguenze ben note.
Da una parte l’introduzione dell’ora legale ci farà dormire un’ora di meno, dall’altra ci consentirà di avere giornate più lunghe. In questo modo potremo godere più a lungo della luce naturale nelle ore serali. In molti Paesi l’ora legale è stata adottata proprio per questo: per sfruttare al meglio la luce naturale nei mesi più caldi e ridurre i consumi energetici.
Capofila nell’adozione sistematica dell’ora legale fu la Germania (già nel 1916), poi seguita da diversi altri Paesi, Stati Uniti e Europa in testa. L’idea di fondo rimane sempre quella: sfruttare le giornate più lunghe per ridurre il ricorso all’illuminazione artificiale. Per alcuni lavoratori l’ora legale avrà però degli effetti sgraditi direttamente sulla busta paga.
Ora legale, che effetti avrà nel 2025 sulla busta paga
In genere per i lavoratori il passaggio all’ora legale non ha grandi conseguenze: si tratta semplicemente di un adattamento del ritmo quotidiano, come per tutti. Diverso il discorso per i lavoratori notturni. Per chi lavora di notte il cambio di ora può impattare direttamente sulla busta paga. Nel dettaglio, il turno lavorativo della notte tra il 29 e il 30 marzo sarà ridotto di un’ora per chi rientra in determinate fasce orarie.

Per esempio un lavoratore che presta servizio dalle 22:00 di sera alle 6:00 di mattina si vedrà ridurre il turno da 8 a 7 ore, visto che durante il suo turno dalle 2:00 di notte si passerà direttamente alle 3:00. O ancora: il lavoratore che dovesse iniziare il turno alle 2:00 comincerà direttamente alle 3:00, perdendo così un’ora di servizio.
È in gioco insomma la retribuzione per quell’ora non lavorata a causa dell’arrivo dell’ora legale. Come gestire questa situazione dipende sostanzialmente dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) e dalle decisioni delle aziende. In genere i CCNL prevedono che al lavoratore spetti comunque la retribuzione completa per il turno previsto pur avendo lavorato un’ora di meno.
Questo vuol dire che lo stipendio non verrà decurtato: la busta paga non verrà toccata dal passaggio all’ora legale. Ciò non toglie che alcune aziende possano comportarsi in maniera differente. È dunque buona cosa controllare cosa prevede il proprio contratto di lavoro. L’Italia ha deciso di continuare ad adottare l’ora legale anche se nel 2019 la UE ha dato facoltà agli Stati membri di scegliere se mantenerla o meno.