Masaniello, Cutolo, Maradona. A me questa rappresentazione di Napoli che ha fatto Corrado Augias non è piaciuta. Scontata, ovvia, forzatamente erudita… Scene di film degli anni sessanta, interviste ai giovani camorristi pescate negli archivi Rai e riciclate tante altre volte negli speciali su Napoli tutti uguali e tutti basati sugli stessi cliché. La prossima volta, Napoli fatela raccontare ai nostri giovani videomaker. Ce ne sono tanti, bravi e anche meno costosi.
Almeno per loro la giornata tipo di un napoletano non sarà come quella che è secondo Corrado Augias: una preghiera a San Gennaro la mattina, un saluto all’altarino di Diego, un giro a Scampia per comprare o vendere droga, una pizza margherita a pranzo, una suonata di mandolino e un giro il pomeriggio a Piazza Mercato a onorare la memoria di Masaniello. Cosa abbiamo dimenticato? Ah sì, Pulcinella…
Caro dr. Augias, ha ragione: per migliorare Napoli bisogna raccontarla. Ma per raccontarla bisogna viverla, sentire le persone, esserci, connettersi fisicamente ed emotivamente. Purtroppo non basta prenotare un paio di notti all’albergo a cinque stelle sul lungomare e fare la passerella… Bisogna sporcarsi le mani, insomma. Servono giornalisti giornalisti, non giornalisti impiegati. Ricorda Fort Apache?
This post was published on Apr 19, 2021 11:38
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