Zoo di Napoli, parla Troncone: demolizioni sospette e un canone di affitto irrisorio per il privato (VIDEO)

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di Giuliana Gugliotti

Il contratto è stato siglato da poco, ma allo zoo c’è già fermento. Dopo mesi di estenuanti trattative l’imprenditore napoletano Floro Flores è riuscito a spuntarla, ottenendo la cessione della struttura, affidata alla curatela fallimentare dall’ottobre 2011, con un contratto super-agevolato siglato poco più di due mesi fa, che permetterà all’impresa di affittare la struttura ad un canone calmierato, 83 euro al mese per i primi 5 anni, a fronte di un investimento di 6 mln di euro che darà nuova vita a un gioiello naturalistico della città.

Già. Peccato che i dettagli tecnici di questa ristrutturazione non siano specificati all’interno di un contratto che, pur essendo esecutivo, rimane carente di un capitolato dei lavori da cui dedurre tutte le indispensabili informazioni su tipo e quantità dei materiali da utilizzare, sui modi e sui tempi di realizzazione delle opere di miglioria previste, per le quali l’impresa dovrà di volta in volta richiedere l’autorizzazione – discrezionale e arbitraria – dell’ente Mostra d’Oltremare, co-proprietaria dello zoo insieme al Comune.

Allegati al contratto sono stati presentati esclusivamente dei “grafici molto approssimativi, senza indicazioni relative a cubature e metrature, in cui non viene specificato alcun particolare costruttivo”. Falle contrattuali che hanno destato i dubbi del consigliere Gaetano Troncone, reduce da un sopralluogo nella struttura che l’ha lasciato con non poche perplessità.

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La settimana scorsa lo zoo era in piena attività: operai al lavoro, ma senza le dovute precauzioni in termini di sicurezza, materiali di risulta accatastati che lasciano supporre che siano state effettuate delle demolizioni non segnalate all’interno del contratto, sebbene il direttore dei lavori sostenga che si tratti di interventi di manutenzione ordinaria. “Al contratto non sono allegati i documenti previsti; non si spiega come e quando verranno spesi questi 6 mln di euro promessi dall’impresa, né che tipo di miglioramenti saranno realizzati” afferma Troncone.

demolizioni-zoo-road-tvA fronte di questa nebulosità del progetto presentato dall’acquirente, il Comune di Napoli ha specificato fin troppo chiaramente i termini di questa cessione: un parco di 80mila mt quadrati con un estimabile patrimonio naturalistico , un immobile dell’Ottocento, Villa Leonetti, di 1300 mt quadrati con un cortile di 600 mt quadrati, classificato (erroneamente?) come rudere; un immobile di 300 mt quadrati un tempo adibito a bar e ristorante e uno chalet perfettamente funzionante.

Tutto a soli 83 euro al mese per i primi 5 anni, in base ad un contratto di affitto agevolate che aumenterà in proporzione ogni 5 anni per arrivare a 8mila euro tra 15 anni.

“Come si tutelerà il pubblico affinché vengano fatti questi lavori se la decisione spetta esclusivamente all’ente Mostra, che tra l’altro si riserva il diritto di avallare alla società ‘Lo Zoo di Napoli s.r.l.’  la possibilità di una sublocazione?” si domanda Troncone. Il contratto in questo senso è oscuro; bisognerà rimettersi al buon cuore dell’imprenditore? Si spera di no.

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Troncone ha inoltrato una segnalazione al sindaco nella speranza che venga fatta chiarezza, e che i documenti mancanti da allegare al contratto vengano al più presto integrati.

Intanto resta il dubbio sulle demolizioni tuttora in atto all’interno dello zoo, che sembrano discostarsi dalla linea d’azione proposta lo scorso maggio dallo stesso Floro Flores, che ai nostri microfoni assicurava che niente all’interno dello zoo sarebbe stato cambiato, e che la struttura, una delle più belle e antiche d’Europa, sarebbe rimasta immutata.

Che abbia cambiato idea? Bisognerà aspettare il 20 dicembre, data prevista per l’inaugurazione dello zoo, per scoprirlo?

20 novembre 2013