di Antonio Esposito corrispondente da Londra
CAP.2
Le differenze con l’Italia sono abissali, anche il più umile dei lavori prevede una paga minima di circa 5,50£ l’ora, ma non crediate che siano tutte rose e fiori. Gli orari di lavoro sono interminabili, dimenticatevi le 8 ore lavorative. Generalmente si lavora 11/12 ore al giorno spesso avendo solo una pausa non retribuita di 15 minuti (giusto il tempo di mangiare qualcosa per intenderci). Immaginate cosa può significare lavorare 12 ore al giorno sotto una pressione costante esercitata con tutti i diritti dai cosiddetti Supervisor?
Dopo circa un’ora e passa di metro finalmente si giunge a lavoro. Tutti camminano a passo spedito, una fiumana di gente si incanala nei vari tunnel che smistano le linee ferroviarie. Gli italiani scendono in genere a Oxford Street o a Tottenham Court Road dove si trovano i migliaia di ristoranti (spesso italiani) e vanno a ricoprire ruoli che spesso non avrebbero nemmeno immaginato. Così un laureato in Economia e Commercio con 110 e lode si trasforma in Kitchen Porter, un altro che studia Lingue e Letterature straniere diventa un Kitchen Assistant e i più fortunati fanno i Waitres o i Counter. Non è certo una vita facile, ma allo stesso tempo, ti da la possibilità di mantenerti, di conservare una piccola somma di denaro ogni mese, e se si è scaltri si possono salire tante scale diverse per giungere poi ad uno status sociale di benessere.
Sopravvissuti all’estenuante lavoro giornaliero, si fa ritorno a casa. Non si ha tempo praticamente per nulla, giusto il tempo di cenare e poi dritti a letto. In effetti mancano poche ore… e la giornata ricomincia!
This post was published on Apr 28, 2011 13:03
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