di Redazione
Napoli – De Magistris non ci sta ad aderire, come Fondazione Teatro di San Carlo, alla Legge “Valore Cultura” per i teatri in dissesto: dopo aver proposto, con la delibera comunale approvata ieri, la ricapitalizzazione della Fondazione del Massimo napoletano, è giunto in CdA con le idee chiare. Ma si è trovato, di fatto, in minoranza e il CdA si ritrova, oggi, con quattro consiglieri dimissionari. Dopo un consiglio durato fin quasi alla mezzanotte, termine ultimo per stabilire se aderire o meno al “salva-teatri”, sono quattro i consiglieri uscenti: il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, l’ex presidente della provincia Luigi Cesaro, il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni e Riccardo Villari, già sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
“Ci siamo dimessi per non sfiduciare il sindaco – ha dichiarato Maddaloni – ci è sembrato più etico che farlo andare in minoranza in votazione. Alle 23.30 dopo una discussione pacata anzichè andare allo scontro non abbiamo fatto dichiarazioni di voto”. Insomma, consiglio sciolto, niente voto e niente delibera d’adesione. Le dimissioni equivalgono, per ora, ad una “non scelta”: “non abbiamo detto no all’adesione. Chi dice questo è un cialtrone” ha aggiunto Maddaloni, che ha anche mostrato apprezzamento per la soluzione – a suo parere tardiva – proposta dall’amministrazione comunale per risollevare le sorti del Teatro San Carlo. “E’ uno sforzo che apprezzo – ha detto – ma non è operativa perchè deve essere approvata dal consiglio comunale e non sappiamo neppure se gli immobili sono bancabili. Forse sarebbe stato meglio avviare questo percorso tre mesi fa. Ora che il cda non c’è più, siamo nelle mani dell’organismo di vigilanza”.
10 gennaio 2014
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