Siamo tutti figli unici, il capolavoro di Giacomo Casaula sulla solitudine

Esce il nuovo libro di Giacomo Casaula "Siamo tutti figli unici"

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Ci sono libri che rapiscono, fin dalle prime pagine. Ti portano via, man mano, leggendo ogni singola pagina, e ti aprono le porte di un mondo parallelo lì dove ci sei solo tu e la storia che stai leggendo. Questo è ciò che ho pensato dopo aver letto tutto d’un fiato il libro di cui vi parlo oggi, Siamo tutti figli unici di Giacomo Casaula, edito da Guida Editori. Un libro che fa riflettere, tanto, sulla vita e sul concetto di solitudine che, chi più chi meno, tutti abbiamo accanto. Perchè si sa, in un certo senso … siamo tutti figli unici! Mi fermo, rifletto: capita spesso nel corso della vita di avere come “ospite indesiderato” nella nostra mente un senso di incompletezza, di vuoto, e questo nonostante magari siamo circondati da persone, familiari e/o amici. Non è facile da poter spiegare, anzi forse non è affatto spiegabile, succede e basta. Vuoto interiore che mi fa pensare anche un po’ al concetto baumaniano di società liquida, l’unica certezza è l’incertezza. Potrei dilungarmi per ore su quest’argomento, ne sono particolarmente attratto, soprattutto se associo proprio il concetto di solitudine interiore alla società moderna, che oserei definire fatua, e lì dove ad esempio la tecnologia ha influito tantissimo: ha portato sì notevoli progressi, ma anche molto regresso! Più le connessioni in rete aumentano e più quelle reali diminuiscono, la gente si ignora per strada o al supermercato, ma allarga le “amicizie” su Facebook e social vari! Si creano così milioni di relazioni superficiali “toccata e fuga”, senza sostanza né impegno, e quindi, se già una sensazione come quella della solitudine è in pratica insita nell’umanità da sempre, così non si fa altro che aumentarla, ingigantirla, fino a farla arrivare a delle proporzioni gigantesche! Oggi tutti andiamo alla ricerca spasmodica di stimoli forti e coinvolgenti, alla ricerca della soddisfazione di bisogni temporanei piuttosto che in direzione di qualcosa di più durevole e faticoso da conquistare.

Vuoto, sensazione di malessere interiore, paura profonda del futuro … queste sono le sensazioni che affliggono i protagonisti del nostro libro: Luca, Francesco, Riccardo, Ambra, una famiglia romana come tante, ma prigioniera da anni di un senso di solitudine ed incomunicabilità. Tutte persone sole perché incomplete e viceversa. “Ho trent’anni e vedo nero. Vorrei poter dire è l’amore che mi fa male o l’ansia, la precarietà, l’affitto e le bollette, la lontananza da mio fratello, ma non è niente di tutto questo. Sono io. La paura del buio, la sensazione di non riuscire a staccare i piedi da terra per cominciare a nuotare”. Inizia così Siamo tutti figli unici, un pensiero di Luca, ragazzo che, preso da un senso di vuoto attorno a sé, decide a 22 anni di scappare via da Roma, dal nido familiare, per trovare nuovi stimoli a Londra, non capendo che dai problemi, e a maggior ragione se emotivi, non si può scappare senza affrontarli. Otto lunghissimi anni trascorsi in Inghilterra raccogliendo solo delusioni, per capire quanto vuoto ha in realtà lasciato a casa, ai suoi cari, al suo io, otto anni per poter finalmente maturare e tornare alle origini, ricominciando da capo e facendo ritrovare la stabilità emotiva anche a chi lo ha sempre amato. “Attrice non protagonista della storia” è Viola, la nonna di Luca e Francesco, un personaggio che oserei definire chiave, una vera dispensa di saggezza che non termina neanche con la sua morte, anzi! Il senso di solitudine, di vuoto, di incompletezza, sono tutte cose già vissute dalla nonna, che per questo comprende ciò che accade ai suoi cari, cercando di dar loro una mano, con delle parole, scritte, che lasciano il segno. Il libro termina facendo un salto nel tempo, nel futuro, quindici anni dopo per la precisione, in un ristorante di periferia dove si ritrovano tutti i protagonisti per festeggiare i 45 anni di Luca, ciascuno con una vita propria ricostruita, con lo sguardo rivolto al futuro e a Viola, figlia di Luca, che ha 14 anni, che ricorda in modo straordinario la figura e l’essenza della sua bisnonna mai conosciuta.

Giacomo Casaula è riuscito con questo libro a dare ancor maggior risalto al suo saper trasferire su carta i sentimenti e le sensazioni umane: un libro, Siamo tutti figli unici, che riesce a penetrare nei meandri dell’animo umano e a far scoprire aspetti che magari cerchiamo di tenere ben nascosti, non sapendo che poi vengono da soli a galla, prepotentemente, e che come un uragano diventano devastanti per noi e per chi ci sta attorno.