A Beit Lahiya è morto questa mattina Simone Camilli, famoso reporter professionista, a causa dello scoppio di un ordigno da disinnescare. Il missile israeliano scoppiato a nord della Striscia di Gaza ha causato 7 morti, tra cui quella del giovane giornalista, figlio di Pier Luigi Camilli, direttore delle testate giornalistiche della Scuola di giornalismo Suor Orsola Benincasa di Napoli, inviato Rai e ex-vicedirettore del Tgr Rai.
Simone Camilli aveva 35 anni ed era un videoreporter romano che lavorava per l’Associates Press e diverse agenzie di stampa internazionali. Di grande esperienza sul campo, aveva già lavorato ad alcuni dei maggiori eventi di cronaca, dal Medio Oriente alla Costa Concordia, ed era sempre in prima linea.
Le vittime, insieme a Simone Camilli, sono un giornalista di Gaza e cinque artificieri palestinesi, il fratello di uno dei quali è sopravvissuto ed è convinto che l’ordigno sia stato manomesso: “C’era un sorta di trappola nella bomba israeliana, mo fratello Hazem era un professionista che procedeva sempre con grande cautela. La bomba è stata manomessa per provocare delle vittime“.
L’ordigno era stato trasferito da una località vicina ai grattacieli di Sheikh Zayed ad un campo di calcio distante oltre cento metri, e l’operazione di disinnesco era cominciata questa mattina. L’operazione degli artificieri era seguita da alcuni esperti giornalisti.
This post was published on Ago 13, 2014 14:13
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