Quorum mancato per il referendum trivelle. Secondo il dati del ministero dell’Interno relativi a 9.372 seggi elettorali su 9.377 in Italia e all’estero, la percentuale dei votanti e’ stata pari al 31,18% degli aventi diritto, quindi largamente al di sotto della soglia del 50% più uno necessaria per la validita’ della consultazione popolare abrogativa. La regione con piu’ bassa affluenza alle urne e’ stata il Trentino Alto Adige con il 25,19%, mentre il maggior numero di votanti e’ stato registrato in Basilicata con il 50,16%. Flop di partecipazione anche in Puglia, la regione guidata dal presidente Emiliano capofila della contestazione alle scelte del governo, dove la partecipazione si è fermata al 41,65%. Lo scrutinio accademico dei voti espressi segnala il si’ al referendum all’85,85% e il no al 14,15%.
Ce l’ha con chi “ha preso in ostaggio i social network”, con i grandi esperti che “hanno parlato di spallate e di sconvolgimenti”, con una parte della classe dirigente che “vive solo su facebook e su twitter”, con “la vecchia politica autoreferenziale”. Matteo Renzi nel commentare l’esito del referendum sulle trivelle si è presentato davanti alle telecamere per dire che “gli sconfitti di questo referendum hanno nomi e cognomi”. “Qualche consigliere regionale, qualche presidente di regione”, tutti coloro che “ora faranno una esibizione e diranno di aver vinto nonostante abbiano perso”, chi ha voluto questa consultazione “solo per fare una conta interna e a scopi personali”. Ebbene a costoro il presidente del Consiglio manda a dire che “la demagogia non paga”. “Il governo non si ascrive tra i vincitori” e che “chi ha votato merita rispetto” ma “il risultato e’ netto, chiaro”. Bisogna festeggiare, alzare i calici “per quei lavoratori che non hanno perso il posto di lavoro”. Eppure, aggiunge Renzi, “ho sofferto per la scelta del non voto”, una scelta decisa “per non mandare in crisi un intero settore” ma il premier “sta dove si rischia anche un posto di lavoro”. Invece di sprecare 300 milioni per un referendum che “si poteva evitare” le regioni “pensino ai depuratori”, “non possiamo accettare lezioni da chi pensa alle piattaforme e poi si disinteressa della raccolta differenziata”. Ma Renzi dopo le divisioni sul referendum, dopo aver visto “una campagna elettorale” basata “su un odio sconsiderato” invita italiane e italiane a “mettere da parte le polemiche. Basta con la vecchia politica, fino alle elezioni del 2018 – è l’appello di Renzi – concentriamoci solo sull’Italia, che e’ uno scrigno, facciamo che torni ad essere un punto di riferimento”, che si “superi questa guerra civile” e si pensi solo al bene del paese. “Noi – promette Renzi – faremo dell’Italia il Paese piu’ verde d’Europa ma il passaggio alle energie rinnovabili non si puo’ fare da qui a domattina”. (AGI)
This post was published on Apr 18, 2016 10:19
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