
Le città italiane con l’IMU più pesante(www.roadtvitalia.it)
È appena scaduto il termine per il pagamento dell’acconto dell’IMU, l’Imposta Municipale Unica che grava sul possesso di immobili in Italia.
Come ogni anno, il versamento interessa case, fabbricati commerciali e negozi, con aliquote e detrazioni fissate dai singoli comuni. Tuttavia, le cifre da pagare variano sensibilmente tra città, con i grandi centri urbani che registrano le tariffe più elevate, determinando una vera e propria “stangata” per molti contribuenti, soprattutto su seconde abitazioni e immobili di lusso.
La media nazionale per il pagamento dell’acconto IMU si aggira intorno ai 511 euro, mentre il costo complessivo annuo per le seconde case nelle città capoluogo raggiunge in media i 1.022 euro. Le differenze tra territori sono marcate e la tassa può superare facilmente i 3.000 euro annui in alcune metropoli.
Roma si conferma al vertice come la città più onerosa per il pagamento dell’IMU sulle seconde case, con un costo medio annuo di 3.499 euro. Seguono Milano, con 2.957 euro, e Venezia, con una media di 2.335 euro annui. Queste cifre rappresentano un impegno fiscale molto consistente per i proprietari di immobili non ubicati nella loro abitazione principale.
Al quarto posto si posiziona Torino, seguita da città come Firenze, Siena, Bologna, Padova e Verona. Tra le dieci città capoluogo con l’IMU più alta rientra anche Salerno, l’unico centro del Sud Italia nella top ten, con un costo medio annuo di 1.514 euro.
Per quanto riguarda le abitazioni di lusso, cioè quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, l’IMU si applica anche sull’abitazione principale, con una media nazionale di 915 euro annui. Anche in questa categoria, Venezia si distingue come la città più cara, con punte che sfiorano i 3.000 euro, seguita da Roma e Milano, rispettivamente con 2.888 e 2.777 euro annui.
La situazione in Puglia e il peso sul reddito familiare
Un’analisi dettagliata del rapporto tra il costo dell’IMU e il reddito delle famiglie, redatta dal Servizio politiche economiche, fiscali e previdenziali della Uil nel Rapporto IMU 2024, evidenzia come la Puglia sia la terza regione in Italia per impatto fiscale dell’IMU sul reddito disponibile, con una pressione pari al 7%. Peggio fanno solo la Campania (9%) e la Sardegna (8%).
Il reddito pro capite pugliese si attesta sui 21.589 euro, mentre l’IMU media nella regione raggiunge i 1.597,61 euro, un onere giudicato particolarmente pesante in rapporto alle condizioni economiche del territorio. Gianni Ricci, segretario generale della Uil Puglia, ha sottolineato la necessità di una riforma del catasto per una tassazione più equa, soprattutto per le regioni meridionali, dove il carico fiscale grava maggiormente rispetto alla capacità contributiva delle famiglie.

Nelle città pugliesi, Bari si distingue per un costo medio annuo dell’IMU sulle prime case di lusso di 3.108 euro, mentre per le seconde case si colloca all’ottavo posto nella classifica nazionale con circa 1.435 euro di imposta annua. Anche altre province come Brindisi, Lecce, Foggia e Taranto mostrano costi superiori ai 1.000 euro, senza comparire tra le zone più economiche.
Inoltre, nelle località pugliesi, alcune aliquote superano il limite massimo stabilito dalla legge per le seconde abitazioni, a causa dell’applicazione della ex addizionale Tasi, che porta le aliquote fino all’11,4 per mille nel caso di Brindisi.
Non tutte le città condividono l’onere elevato dell’IMU. Alcune realtà urbane, pur essendo capoluoghi, mostrano costi nettamente inferiori rispetto alla media nazionale. È il caso di Palermo, dove il costo annuo si attesta su 391 euro, e di altre città come Pesaro e Cosenza, con 394 e 395 euro rispettivamente.
Queste differenze sono riconducibili alle scelte delle amministrazioni comunali in materia di aliquote e detrazioni, oltre che alle diverse dinamiche immobiliari ed economiche locali.