Napoli, città dai mille volti e contraddizioni, continua a distinguersi per la straordinaria capacità di prendersi cura dei più fragili. Di pochi giorni fa è la notizia dell’inaugurazione del Guardaroba Solidale della Fondazione Progetto Arca all’interno dell’Emporio Solidale San Giuseppe, uno spazio nato presso un bene confiscato alla criminalità organizzata e ora restituito alla città. A gestirlo è l’associazione “Il Sorriso” che da anni aiuta le famiglie offrendo cibo attraverso un market solidale. Un nuovo progetto dunque il Guardaroba, che aiuta circa 300 persone con difficoltà economiche e che necessitano di capi di abbigliamento, ma non limitandosi alla sola distribuzione di vestiti già scelti, chi entra può scegliere liberamente abiti e accessori, secondo i propri gusti e bisogni, proteggendo così la dignità delle persone per valorizzare la loro autonomia. Tutto è organizzato con il supporto di volontari, che accolgono e ascoltano chi arriva. Un’idea attiva grazie alla collaborazione tra Progetto Arca e H&M Italia, che ha donato arredi e abbigliamento: insieme vogliono promuovere inclusione sociale e riuso, valori importanti per far rinascere Napoli, una città piena di energia ma spesso colpita da problemi sociali. H&M, infatti, è da tempo impegnata in progetti di sostenibilità e riciclo dei tessuti, e la partnership con il Guardaroba Solidale di Napoli si inserisce perfettamente in questa visione. Questo inaugurato a Napoli è il terzo guardaroba solidale in Italia, dopo Milano e Roma, e fa parte di una rete più ampia che unisce la Parrocchia San Giuseppe e Madonna di Lourdes, l’Associazione “Il Sorriso” e gli Angeli di Strada Villanova, che da tempo distribuiscono pasti caldi in strada con una cucina mobile.
Ed ecco l’intervista concessa per RoadTv Italia da Ivan Borriello, referente Caritas della Parrocchia San Giuseppe e Madonna di Lourdes, sede di questa nuova iniziativa solidale:
Ciao Ivan, ci parli più nel dettaglio del guardaroba solidale?
È un’iniziativa innanzitutto in continuità con quanto fatto finora
dall’o.d.v. “Il Sorriso” e dalla Parrocchia San Giuseppe e Madonna di Lourdes (delle quali don Fulvio Stanco è presidente e parroco), nella periferia orientale di Napoli, ovvero: l’Emporio Solidale (all’interno di un bene confiscato alle mafie), il Centro di Ascolto, la Cucina del Sorriso, la distribuzione in strada ai senza fissa dimora e ora appunto il Guardaroba Solidale. Questo progetto è stato possibile realizzarlo grazie a Fondazione Progetto Arca con i quali siamo partner su Napoli e H&M Italia, azienda leader dell’abbigliamento. Attraverso il guardaroba verrà data nuova vita a capi di abbigliamento integri, nuovi che verranno così ridistribuiti gratuitamente a coloro che ne avranno bisogno. Le famiglie ascoltate e accompagnate dal centro di ascolto e dall’emporio, a seconda delle necessità, gli verrà data la possibilità di accedere periodicamente al guardaroba e di poter acquisire gratuitamente capi di abbigliamento e accessori nuovi o usati in buone condizioni
A chi è rivolto il servizio?
Il servizio si rivolge a famiglie e persone che vivono situazioni o momenti di indigenza. Già con l’emporio solidale e il centro di ascolto volontari e operatori caritas seguono circa 250 famiglie, in modo continuativo e altre 50 in maniera saltuaria. Famiglie del territorio, dei quartieri orientali di Napoli e non solo, vengono ascoltate periodicamente e accompagnate nei loro bisogni attraverso l’accesso gratuito alla spesa e ai servizi primari aiutandole così a maturare soluzioni concrete ai problemi che li affliggono.
I capi d’abbigliamento sono donati da H&M, ma possono provenire anche da donazioni di altri negozi o privati?
Sì esatto! H&M dona buona parte dei capi ma un’altra parte proviene da donazioni private o commercianti del territorio. Accettiamo tutto purché in buone condizioni e riutilizzabili. Queste sono iniziative che vogliono restituire dignità a chi è in difficoltà.
Quante persone lavorano o fanno volontariato per il progetto?
Sia l’odv che la parrocchia non hanno dipendenti ma solo volontari. Siamo al momento circa 30 volontari che ci dividiamo nei vari servizi offerti guidati dall’instancabile don Fulvio Stanco, giovane parroco della nostra comunità molto ispirato e con la lungimiranza di un veterano.
È possibile diventare volontario? Se sì, come?
Certo che è possibile! Anzi siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari che possano mettere del tempo a disposizione degli altri insieme alle loro capacità. Chi desidera fare volontariato può presentarsi di persona (ci troviamo a Napoli, in Piazza Capri 1), contattare il numero whatsapp dedicato (371 518 6504) o contattarci via mail o tramite il sito internet (www.emporiosangiuseppe.it).
Qual è stata la risposta della comunità napoletana?
La risposta della comunità locale è stata come sempre calorosa, partecipe ed emozionata. Tante persone del quartiere, volontari, famiglie beneficiarie e semplici cittadini sono intervenuti all’inaugurazione, dimostrando grande interesse e gratitudine per questa nuova iniziativa. Molti utenti dell’emporio hanno accolto con entusiasmo la possibilità di scegliere liberamente abiti e accessori, apprezzando non solo l’aiuto materiale ma anche il rispetto e la dignità con cui viene offerto.
Cosa ti ha spinto a dedicarti a questo progetto?
L’amore di Cristo. Gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente desidero donare. È da questo sentimento di gratitudine che voglio lasciarmi muovere.Credo che non possiamo più vivere ripiegati su noi stessi, il senso della vita sta soprattutto nell’avere attenzione per l’altro, soprattutto per i più fragili. Questo progetto nasce da un’urgenza: ridare speranza a una periferia troppo spesso abbandonata, dimenticata e ferita dalla povertà e dalla criminalità.Vogliamo dimostrare che è possibile generare bellezza (anche appunto attraverso la moda), riscatto e dignità.
Cosa hai imparato personalmente da questa esperienza?
Ho imparato soprattutto che il bene va fatto bene e questo è possibile realizzarlo solo con la logica del NOI. Insieme si è più forti e vincenti. Senza una rete tutto questo non avrebbe modo di esistere. Ho imparato che la povertà ha volti diversi, diverse sfumature e che in ciascuno di noi se ne nasconde una.
Quali sono i progetti futuri per il guardaroba solidale?
Avviarlo bene e renderlo operativo 6 giorni su 7 come l’emporio solidale e poi chissà…lasciamo che lo Spirito ci ispiri e ci guidi verso nuove esperienze.
Con l’apertura del Guardaroba Solidale, Napoli dimostra ancora una volta di essere un grande laboratorio di iniziative sociali innovative, confermando il suo ruolo di città all’avanguardia nella promozione di un modello di sviluppo più equo e solidale.
This post was published on Lug 10, 2025 9:37
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