Mostra pittorica “Prigioni” di Giuseppe Rosano, ex internato dell’Ospedale psichiatrico giudiziario

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Mostra pittorica "Prigioni" di Giuseppe Rosano, ex internato dell'Ospedale psichiatrico giudiziario

La mostra ‘Prigioni’ di Giuseppe Rosano aprirà al pubblico il prossimo 9 novembre, all’interno dell’ex Ospedale psichiatrico giudiziario di via Imbriani. Una location singolare, scelte perchè l’artista Rossano è un ex internato dell’Opg. Il tutto iniziò verso la fine degli anni ’90, a causa di un’aggressione. Un calvario durato fino al 2010, quando finalmente è tornato libero. Circa dieci anni vissuti prima a Reggio Emilia e poi ad Aversa, un periodo lungo che ha interrotto la vita artistica di Giuseppe Rosano, dato che in questo periodo non è stato più in grado di dipingere.

Giuseppe Rosano infatti inizia il suo percorso di artista a metà degli anni ’70. Nel tempo ha espoto in città come Napoli, Firenze, Milano, Riccione, Sicilia, oltre che in Francia, a Cannes e a Nizza, e a New York. All’apice della sua carriera ha vinto anche diversi riconoscimenti, tra cui l’Oscar delle arti visive, la Dea alata, la Gran targa d’oro grandi firme e il Premio internazionale città di Milano.

Le ‘Prigioni’ di Giuseppe Rosano

E ora questa mostra ‘Prigioni’, nata da un’idea dei giornalisti napoletani Massimo Romano e Annalisa Rea, conosciuti durante la realizzazione di un reportage sulla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, è stata realizzata grazie alla collaborazione dell’associazione “Je so pazz” nell’ambito del Festival dei diritti umani e resterà aperta al pubblico fino al 22 novembre (dalle ore 10 alle 22). Il titolo ‘Prigioni’ è stato infine scelto perchè può avere due letture: la prima sociale, perché la vita di Giuseppe Rosano dimostra come le strutture per la cura del disagio mentale non permettano nessun tipo di riabilitazione; la seconda artistico-filosofica perché, come lo stesso Giuseppe Rosano afferma: “Viviamo spesso in una prigione senza sbarre, bloccati dalle convenzioni sociali, abiti mentali che ci imprigionano e ci impediscono di essere liberi”.