
Marte, scoperto lato nascosto (www.roadtvitalia.it)
Nuove ricerche sulla geologia di Marte stanno rivoluzionando velocemente la comprensione della sua struttura interna.
Nuove ricerche sulla geologia di Marte stanno rivoluzionando la comprensione della sua struttura interna, rivelando caratteristiche finora poco esplorate. Un recente studio condotto dalla NASA ha evidenziato che il nucleo di Marte potrebbe contenere una quantità rilevante di zolfo, elemento che svolge un ruolo fondamentale nella chimica planetaria e che potrebbe aver influenzato la formazione del pianeta rosso in modo inaspettato.
Nuove scoperte sul nucleo di Marte
Gli studi più recenti indicano come la composizione del nucleo marziano si discosti significativamente da quella terrestre. Mentre sulla Terra la differenziazione interna si è sviluppata gradualmente nel corso di centinaia di milioni di anni, grazie al decadimento di isotopi radioattivi come l’alluminio-26, Marte sembra aver seguito un processo molto più rapido e peculiare.
Attraverso l’analisi di meteoriti provenienti da Marte, gli scienziati hanno ipotizzato che il nucleo del pianeta si sia formato nei primissimi milioni di anni dopo la nascita del sistema solare, in una fase precoce e veloce rispetto a quanto osservato nei pianeti terrestri. Per approfondire questa ipotesi, il laboratorio ARES del Johnson Space Center ha condotto esperimenti innovativi, simulando le condizioni interne del pianeta.

I ricercatori hanno utilizzato campioni di roccia contenenti composti di zolfo, riscaldandoli a temperature superiori a 1.020 °C, sufficienti a fondere i solfuri ma non i silicati. Grazie all’impiego della tomografia a raggi X, è stato possibile osservare come i metalli liquidi riuscissero a penetrare la roccia attraverso minuscole fratture, un fenomeno noto come percolazione.
Questa scoperta suggerisce che il materiale metallico potrebbe essersi rapidamente spostato verso il centro di Marte molto prima che il pianeta raggiungesse un riscaldamento uniforme. Per confermare ulteriormente questa teoria, sono stati analizzati meteoriti ricchi di ossigeno, replicando in laboratorio le condizioni chimiche rilevate su Marte.
Un ulteriore progresso è stato ottenuto grazie a un nuovo metodo sviluppato da Jake Setera, che consente di tracciare la presenza di metalli del gruppo del platino senza alterare i campioni. La rilevazione di questi elementi, compatibile con quanto trovato nei meteoriti condritici, rappresenta una prova concreta dell’importanza dei solfuri nella formazione del nucleo del pianeta rosso.
Questa nuova prospettiva sulla struttura interna di Marte apre scenari inediti sull’evoluzione dei pianeti rocciosi nel sistema solare. La rapidità con cui Marte ha sviluppato una struttura interna complessa potrebbe indicare che processi simili si siano verificati anche su altri corpi celesti, modificando le attuali teorie sulla formazione planetaria.
In particolare, il ruolo dello zolfo come agente facilitante nella migrazione del materiale metallico verso il nucleo potrebbe essere un elemento chiave da considerare negli studi futuri. Questa scoperta non solo amplia la conoscenza sul pianeta rosso, ma offre anche nuovi strumenti per interpretare la composizione e la storia di altri pianeti simili.
L’analisi dei meteoriti marziani e gli esperimenti di laboratorio rappresentano dunque un passo avanti decisivo, evidenziando come Marte abbia potuto sviluppare una struttura interna in tempi molto più brevi rispetto alla Terra, con importanti conseguenze per la comprensione della geochimica planetaria e della dinamica della formazione planetaria nel sistema solare.