«Al fine di garantire l’accesso al cratere in totale sicurezza si rendono necessarie ulteriori verifiche sui fenomeni di dissesto in atto. Inoltre, vanno realizzati interventi per il disgaggio di alcuni elementi a rischio crollo a monte del sentiero e la sistemazione di alcuni canali sottostanti il sentiero stesso, che ne potrebbero pregiudicare la stabilità». Così l’Ente del Parco Archeologico del Vesuvio nei giorni scorsi, dopo le piogge che, come riporta ‘Il Mattino’, non hanno agevolato i lavori dopo i danni al Gran Cono causati dai nubifragi delle scorse settimane. E di certo il maltempo delle ultime ore non ha contribuito a migliorare la situazione.
«Il materiale piroclastico che si trova sotto il bordo del cratere – ha spiegato Stefano Donati, direttore dell’Ente parco e geologo – risalente all’eruzione del 1944 è piombato sul sentiero nel corso dell’ultimo nubifragio. Si è trattato di una frana a cento metri dalla cima, in un punto in cui non c’è nemmeno vegetazione, ma solo le colate piroclastiche. Per questo motivo, non è prevista la manutenzione ordinaria in quella zona e, visto che parliamo di un vulcano attivo, una situazione del genere a seguito di temporali così violenti non si può evitare».
Il potente nubifragio dello scorso 4 novembre, si legge sul sito del quotidiano, ha danneggiato in maniera seria il Gran Cono (sentiero numero 5), che è chiuso da allora per motivi di sicurezza. Dopo un sopralluogo dell’Ente parco nazionale del Vesuvio con gli operai del comando carabinieri reparto Biodiversità di Caserta, agli ordini del colonnello Michele Capasso, e il sussidio di un drone si è scoperto che le criticità erano maggiori di quanto di immaginasse. Così sono stati programmati e attuati tempestivamente interventi mirati, ad opera dei forestali e della ditta incaricata dall’Ente parco, e da allora il cratere resta chiuso.
This post was published on Nov 22, 2022 16:30
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