L’ospedale dei libri salva la storia della letteratura

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ospedale dei libri

Pagine e pagine vengono ogni giorno letteralmente salvate grazie al lavoro del cosiddetto “Ospedale dei libri“.

La struttura, al piano terra del Palazzo Reale, serve l’intera Biblioteca nazionale e cura i volumi deteriorati dal tempo.

Proprio in questa sede, Valeria Stanziano e i suoi colleghi hanno dato nuova vita a pergamene, manoscritti, miniature, erbari e quaderni di appunti.Tra questi, alcuni fogli di Giacomo Leopardi, che ancora conservano le note e le cancellature del poeta mentre componeva “L’Infinito” o “A Silvia”, alcuni dei suoi capolavori più noti.

Tra gli ultimi restauri spiccano un codice ebraico del 1517 e un manoscritto coevo con copertina in legno, mentre l’attuale lavoro verte  sul Fondo Farnese e una tavola geografica ottocentesca che ritrae i Campi Flegrei.

 

L’arte del restauro nell’ospedale dei libri

 

Il laboratorio è diretto da Valeria Stanziano, la quale sottolinea i risultati rovinosi della crisi che hanno danneggiato in primo luogo la cultura e la ricerca: “Fino a venti anni fa eravamo più di  20 per una manutenzione continua di tomi e copertine. Oggi siamo soltanto in sei.”

Per recuperare un libro antico occorrono diversi passaggi. Scucitura del volume, numerazione, spolveratura con pennello morbido,immersione in acqua deionizzata, asciugatura per un giorno. Successivamente una colla speciale spalmata su tutto il foglio ne rafforza la trama. Solo allora si procede a delicati interventi per sanare i danni e ricucito.