Il 15 ottobre di due anni fa perdeva tragicamente la vita il giovane di Cardito Lino Romano, barbaramente ucciso dalla camorra perché scambiato per un camorrista soprannominato “sicc ‘e penniello” e giustiziato a soli 30 anni, da innocente.
Oggi, a due anni dalla morte, i familiari della vittima lo ricordano con un doppio appuntamento: al cimitero di Cardito, alla presenza del questore di Napoli Guido Mariano e dell’assessore ai Giovani del Comune di Napoli, Alessandra Clemente, sono stati deposti fiori sulla sua tomba.
Alla Marianella invece si è tenuta una manifestazione organizzata in collaborazione con la Fondazione Polis, il Coordinamento Familiari delle vittime innocenti di camorra, e l’associazione Libera, a cui hanno preso parte il sindaco “sospeso” Luigi De Magistris, il prefetto di Napoli Francesco Musolino e i vertici delle forze dell’ordine. Le celebrazioni proseguiranno il 25 ottobre con il secondo memoriale dedicato a Lino Romano, che si svolgerà presso il teatro Troisi di Fuorigrotta.
La denuncia arriva da Gianni Simioli e Francesco Emilio Borrelli de La Radiazza: per Lino Romano c’erano pochissime persone in piazza Marianella, e la gente sembrava addirittura disinteressata. A presenziare alla manifestazione solo il sindaco sospeso Luigi de Magistris, il presidente dell’ VIII Municipalità Angelo Pisani, gli assessori Clemente e Moxedano, oltre agli esponenti delle forze dell’ordine.
Secondo alcuni abitanti del quartiere, dietro questa assenza ci sarebbe ancora una volta la mano della camorra: sarebbero state le famiglie dei killer di Lino Romano, condannati lo scorso novembre in seguito a un processo lampo, a impedire la partecipazione della cittadinanza. Avrebbero fatto capire agli abitanti del quartiere di “non gradire la piazza piena”. Sono solo voci, certo. Ma ancora una volta l’ombra minacciosa della camorra si allunga silente sulla vita delle persone comuni.
This post was published on Ott 15, 2014 19:15
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