domenica, Aprile 28, 2024
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L’albero in Galleria Umberto non c’è più: per il Comune era abusivo

Rimosso l'albero in Galleria Umberto I che il commerciante Barbaro installa ogni anno per Natale: stavolta a quanto pare non aveva i permessi

Una bella multa di 168 euro per occupazione abusiva di suolo pubblico e l’obbligo di rimuovere l’albero in Galleria Umberto I. Che a quanto pare era stato installato lì senza permesso da parte del Comune. La Galleria Umberto I questa mattina si è svegliata più spoglia che mai: a pagare le spese vive è stato Antonio Barbaro, proprietario dello storico negozio di abbigliamento che ha sede proprio sotto la Galleria, e che da circa una ventina d’anni, in occasione del Natale, addobba lo spazio antistante il suo negozio con un grosso abete a cui i bambini, da tradizione, appendono le loro letterine per Babbo Natale. A pagare le spese morali sono i cittadini, nonché tutti i commercianti della Galleria Umberto I, che quest’anno si preparano a vivere un ben triste Natale.

Via l’albero in Galleria Umberto I: non ci sono i permessi per l’occupazione suolo

La Galleria Umberto I, invasa dai ponteggi e dalle impalcature, quest’anno è rimasta priva anche del conforto offerto dal ventennale, amatissimo albero dei desideri. Quest’anno qualcosa è andato storto. Dopo le polemiche relative all’installazione da parte del Comune della stella luminosa all’interno della Galleria Umberto I, a pochi passi dal luogo della tragedia di Salvatore Giordano, il 14enne che perse la vita lo scorso luglio, travolto da una pioggia di calcinacci caduti proprio dal frontone della Galleria, sembra proprio che il destino della Galleria Umberto sia, almeno per quest’anno, quello di rimanere al buio e completamente spoglia dagli addobbi (a meno di non considerare “addobbi” proprio quei ponteggi che ne circondano il perimetro e oscurano gli ingressi dei negozi, in attesa, da luglio, che inizino i lavori di ristrutturazione).

Guarda il video della protesta della famiglia Giordano contro la stella natalizia

Il Comune infatti non solo ha spostato la stella natalizia dopo la protesta organizzata in Galleria dai familiari e dagli amici del piccolo Salvatore Giordano, che ne hanno chiesto appunto la rimozione in segno di rispetto per il ragazzino tragicamente scomparso; ma ha anche rimosso l’albero dei desideri di Barbaro. Il perché è semplice: il commerciante non aveva i permessi per installarlo. Lo rende noto l’assessore alle Attività Produttive e al Lavoro Enrico Panini, lo conferma Gaetano Frattini, capitano della Municipale di Chiaia. La richiesta di occupazione suolo al Comune non è mai arrivata. Così, dopo varie sollecitazioni da parte del Comune, questa mattina è arrivata la gru a portarsi via l’albero dei desideri.

L’albero dei desideri era stato dedicato a Salvatore Giordano, ma la famiglia non ha apprezzato

Poco importa che Antonio Barbaro avesse deciso, quest’anno, di dedicare il tradizionale addobbo alla memoria del piccolo Salvatore, per esprimere la propria solidarietà alla famiglia Giordano, anche in qualità di portavoce dei commercianti della Galleria Umberto I. La famiglia di Salvatore ha espresso, anche davanti a questo gesto di solidarietà, parere contrario. Questa mattina, poi, la rimozione dell’albero. “Una soddisfazione” per Umberto Giordano, padre di Salvatore. “Una battaglia vinta” per Angelo Pisani, legale della famiglia Giordano. In ogni caso, il motivo per cui l’albero è stato rimosso non è da imputarsi questa volta a una richiesta della famiglia Giordano: Barbaro non aveva i permessi per installarlo. Almeno non quest’anno. Chissà invece che fine hanno fatto i venti permessi chiesti e evidentemente ottenuti per i venti anni passati, in cui Barbaro ha, come d’abitudine, installato l’albero in Galleria Umberto I. Sarebbe interessante dargli un’occhiata, se qualcuno li conservasse ancora.

Giuliana Gugliotti
Giuliana Gugliottihttps://www.roadtvitalia.it
Nasco in Ottobre, prima del tempo. Mi resta addosso l'ansia di fare, negli anni imparo che la fretta è cattiva consigliera. Odio le approssimazioni, amo Napoli, l'odore dei libri e le cose ben fatte.
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