Knockout Game è l’ultima folle moda nata negli Stati Uniti e diventata subito mania, spandendosi a macchia d’olio fino in Italia. Molte le città colpite, tra queste anche Napoli. Un caso accertato in una scuola a Castellammare di Stabia, nessuna denuncia. Il “gioco” consiste nel prendere di mira un passante qualunque e sorprenderlo, assestandogli un pugno secco in pieno viso senza alcun motivo. L’obiettivo è quello di stendere il malcapitato con un solo pugno. Chi ci riesce, vince. L’unica colpa delle vittime sembra essere quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Le aggressioni vengono messe in atto per lo più da baby-gang, ai danni di qualunque persona, senza fare eccezione per nessuno. Tra le vittime ci sono anche donne e anziani. Questi gruppi di adolescenti si appostano nei più comuni luoghi di aggregazione, come strade in pieno centro, bar, centri commerciali, persino nelle scuole, sfuggendo al controllo e all’autorità di genitori e insegnanti. Aggrediscono anche in pieno giorno, davanti agli occhi di tutti, senza paura e senza coscienza. Un comportamento che rasenta la follia.
Non si tratta di una bravata tra amici, di un semplice gioco tra ragazzi, si tratta di un vero e proprio atto criminale, un’azione pericolosa dai gravi risvolti per chi la subisce, ma anche per chi la mette in pratica. Il profilo di chi usa questa violenza, nascondendosi dietro alla stupida moda del momento, è quello di una persona con gravi disturbi del comportamento, con forti disagi interiori. Si evince la totale assenza di giudizio, di senso civico. Non c’è la minima percezione di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
Non ci sono parole per esprimere lo sgomento che si prova dinanzi a tanta violenza gratuita, in un mondo dove ce n’è già fin troppa. Colpire per divertirsi, il dolore e la mortificazione della persona che diventano oggetto di scherno e derisione. Mostrare la propria forza con la violenza, nel modo più vile. Sul web sono tantissime le immagini che ritraggono i volti tumefatti delle vittime.
Tra tutte le mode d’oltreoceano giunte fino a noi, questa è senza dubbio la peggiore. A precederla la Neknominate, la non meno pericolosa moda della sfida a bere fino alla sbronza. Ad accomunarle è il bisogno di sentirsi accettati, il bisogno di dimostrare qualcosa, di mostrarsi forti e privi di paure e debolezze, quasi invincibili. Le sfide servono proprio a questo, a dimostrare di essere capaci di fare, a superare i propri limiti. Se solo si accettasse di essere semplicemente umani, con limiti e debolezze, probabilmente ci si comporterebbe da tali.
Non è sempre colpa dei genitori che non sanno educare, che non prestano attenzione, che non vedono. Spesso la colpa è del contesto in cui si vive, della personalità che viene schiacciata dalla società e non riesce ad emergere, non riesce a trovare la strada giusta per vibrare libera, e viene fuori nel modo peggiore, sfociando in atteggiamenti aggressivi e violenti, che in molti casi altro non sono che richieste di aiuto.
Questi ragazzi non hanno controllo, né senso della misura. Come se fossero in balia delle emozioni negative che covano dentro di loro, come se non avessero altro modo di comunicarle all’esterno se non con la violenza. La moda del Knockout Game può far pensare al Fight Club di David Fincher. In questi ragazzi potrebbero celarsi tanti Edward Norton.
A Napoli numerose sono state le segnalazioni dei ristoratori che nell’ultimo periodo hanno visto dei bulli in strada prendere a cazzotti degli sconosciuti. Un gran numero di studenti, usciti in serata dalle proprie facoltà, sono stati aggrediti da una baby-gang del posto. Gli studenti dell’Università Federico II di Napoli già da un po’ di tempo hanno creato una petizione al fine di chiedere al Comune di garantire maggiori controlli di pattuglia nella zona portuale.
Con queste mode non si fa altro che incrementare il ricorso alla violenza, non si fa altro che accrescere il numero di cattivi esempi da emulare. Si susseguono i week end di violenza, dove la vigliaccheria si traveste da prova di coraggio, un coraggio che si cerca nei fondi di bottiglia, dove bullismo e violenza vanno a braccetto.
Negli Stati Uniti l’FBI ha istituito un’unità specializzata nelle indagini riguardanti il Knockout Game, e sono stati effettuati già molti arresti. Chissà in Italia quali provvedimenti verranno presi. “Se” prenderanno provvedimenti.
This post was published on Apr 5, 2014 12:25
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