Si è tenuto giovedì scorso nella storica sede dell’Unione Industriali di Piazza dei Martiri a Napoli un dibattito sull’ultimo libro di Francesco Perillo: “Impresa imperfetta”, pubblicato dalla Editoriale Scientifica. Oltre al padrone di casa Ambrogio Prezioso, neo-presidente degli industriali napoletani, sono intervenuti il filosofo Aldo Masullo, Eugenio Mazzarella e il professor Luigi Maria Sicca.
Elogio dell’imperfezione
Il libro, concepito in forma di raccolta di studi e ricerche, porta avanti una tesi affascinante e ambiziosa: l’impresa “perfetta”, cioè organizzata razionalmente, con procedure definite secondo criteri di efficienza e ottimizzazione, non funziona più: nell’era della crisi e dell’imprevedibilità non bastano più i manager “classici”; occorreranno persone open minded, in grado di confrontarsi con la complessità, in un quadro privo di certezze consolidate ed in continua evoluzione.
Le competenze manageriali del futuro prossimo venturo
In questo senso strategiche per le imprese non sono più le competenze di pianificazione, controllo di gestione, le norme severe ed inderogabili delle certificazioni internazionali; sono e saranno sempre di più le persone a fare la differenza, con la loro spinta ideale, con la loro capacità di mettersi in discussione e di condividere esperienze e competenze, in un business che non potrà non essere condotto non tenendo conto anche di principi etici e valoriali. Quindi non seguire gli schemi, ma uscire dagli schemi, non razionalità, ma emotività e passione, non spregiudicatezza, ma etica e sostenibilità.
In questi tempi di crisi e di cupo pessimismo, è davvero bello che proprio da Napoli, parta un messaggio di speranza e di palingenesi manageriale… Tra i contributors del libro ricordiamo alcuni nomi prestigiosi come Pier Luigi Celli, Enzo Rullani, Francesco Varanini.