Ibrahimovic nega incontro ad un bambino malato

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di Francesco Cava

Il talento svedese del PSG, Zlatan Ibrahimovic, torna sotto i cupi riflettori dello scandalo da quando è pervenuta la notizia del suo mancato incontro con il bambino bosniaco di soli otto anni, Hajrudin Kamenjas, malato di leucemia, che premeva per un incontro con il suo idolo.

Il piccolo combatte con la sua malattia dalla tenera età di due anni, quando nelle ultime settimane i medici gli hanno confermato che la sua guerra sta giungendo all’epilogo insperato, le sue aspettative di vita non superano i due mesi.
L’ultimo desiderio del bambino è quello di incontrare l’attaccante svedese, di origini bosniache da parte di padre. Già il mese scorso Ibra aveva mancato l’appuntamento con il ragazzino, per poi inviargli una sua maglia insieme con un video messaggio in cui diceva al piccolo che gli era dispiaciuto che non si fossero visti e che lo pensa sempre.

La delusione del bambino ha scosso gli animi dell’intera nazione, e proprio per questa ragione che l’associazione umanitaria Tehvida Thea Rekic ha organizzato un viaggio a Parigi per far assistere al piccolo una partita del PSG e permettergli di incontrare finalmente Zlatan.
Hajrudin ha potuto guardare la partita in tribuna d’onore, partita in cui l’attaccante non giocava a causa di un infortunio, aspettando che al termine di questa il suo campione, come da accordi, lo avesse raggiunto; questo incontro però non vi è mai stato.
A questo incontro mancato ne sono seguiti altri nel corso dei tre giorni di permanenza a Parigi di Hajrudin, la conseguenza è stata che il bambino è tornato a Sarajevo senza aver coronato il suo sogno.

La stampa si è letteralmente scagliata su Ibrahimovic, critiche ed accuse sono state riversate sull’atto “inumano” del calciatore, ma secondo alcune fonti la colpa potrebbe non essere dell’attaccante.
La precedente versione dei fatti è stata infatti smentita dal quotidiano bosniaco “Dnevni avaz”, che pone l’intera vicenda sotto un’altra luce, puntando il dito direttamente sulla Tehvida Thea Rekic, accusandola di aver organizzato solo il viaggio a Parigi senza aver preso alcun accordo con il PSG.
Secondo il suddetto quotidiano quello dell’associazione umanitaria era solo un modo per farsi pubblicità e mettere in luce il proprio operato.

Quale che sia la verità, intrigo pubblicitario o mancanza di umanità, a pagare il conto è stato il piccolo Hajrudin.