
Ricominciare dopo uno stupro è possibile? A questa domanda ha cercato di rispondere Georgiana Gaman, giovane cantante abruzzese, con il suo nuovo brano “Hanno ucciso Barbie”, un argomento molto delicato, un’esperienza profondamente traumatica e che lascia segni non solo fisici, ma anche interiori, nell’approccio con il mondo. Già, il mondo esterno, spesso pronto a giudicare senza capire (o senza voler capire) che lo stupro è solo responsabilità di chi lo commette, sempre, nessun vestito, atteggiamento o parola può giustificare una violenza, e il senso di colpa che spesso ne segue è un effetto del trauma.
Con questo brano Georgiana riesce a raccontare proprio lo shock, il senso di colpa, l’incomprensione della vittima, ma anche la voglia di rinascere gradualmente e con grande coraggio. Scritta dal compianto artista romano Bruno Sanbenedetto, Hanno ucciso Barbie rappresenta parte di un progetto molto ampio dove si affrontano temi sociali di grande attualità: “Ogni nota che ho cantato l’ho sentita profondamente nella pelle, perché racconta il dolore ed anche la forza, il coraggio di tante donne che, ancora oggi, lottano per essere ascoltate” dichiara la cantante. Ed infatti nel videoclip ufficiale (visibile su YouTube al link https://www.youtube.com/watch?v=0f97fvpE8C0) Georgiana offre il volto ad una giovane donna che si trova nel momento sbagliato con la persona sbagliata, interpretando il dolore con rispetto e profondità, ed offrendo un vero messaggio di speranza a chi ascolta: ricominciare non significa dimenticare, ma imparare a vivere di nuovo, a ritrovare se stessi, magari non subito, ma attraversando il dolore con dignità e sostegno. Lo stupro non toglie valore ad una donna, non la “etichetta”, non cancella la sua bellezza e i suoi sogni, la vita vale molto di più di un gesto meschino ed aberrante di un “uomo” che, per sentirsi tale, ha bisogno di sottomettere una donna.