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Bruciarono un manichino per intimidire i pentiti, identificate cinque persone

Bruciarono un manichino davanti alla folla con l’intento di intimidire i pentiti. Identificate cinque persone, due minorenni e tre maggiorenni, accusate di istigazione a delinquere aggravata da finalità mafiose.

Istigazione a delinquere aggravata da finalità mafiose: è il reato che il gip di Napoli contesta a 5 persone (2 minorenni e 3 maggiorenni) che lo scorso 8 dicembre, per i festeggiamenti dell’Immacolata nel rione Savorito di Castellammare di Stabia (Napoli), bruciarono un manichino con un cappello delle forze dell’ordine e uno striscione con la scritta “Così devono morire i pentiti, abbruciati” davanti alla folla. L’episodio avvenne nel quartiere della periferia stabiese noto come “Aranciata Faito”, abitato dalla famiglia criminale Imparato, detti i “Paglialoni“, fiancheggiatori del clan D’Alessandro.

 

Bruciarono un manichino per intimidire i collaboratori di giustizia

Bruciarono un manichino per intimidire i collaboratori di giustizia

Per gli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia si trattò di un eloquente messaggio intimidatorio ai collaboratori di giustizia ma anche di un gesto di sostegno e al clan D’Alessandro che pochi giorni prima dei cosiddetti “fuocaracchi” dell’Immacolata era stato “colpito” da una serie di arresti della Polizia di Stato per reati commessi e ricostruiti proprio grazie alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Le misure cautelari, nei confronti di Francesco Imparato, Antonio Artuso e Daniele Amendola, sono state notificate dagli agenti del Commissariato e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e della Compagnia di Castellammare di Stabia. Sui due minorenni sono in corso indagini coordinate dalla Procura della Repubblica dei Minorenni di Napoli.

This post was published on Feb 19, 2019 13:12

Redazione Desk

Questo articolo è stato scritto dalla redazione di Road Tv Italia. La web tv libera, indipendente, fatta dalla gente e con la gente.

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