
Angelo Pisani, in esclusiva, ci racconta le emozioni e i sentimenti sulla morte di Ciro Esposito. Non può essere descritto il dramma che ha colpito una famiglia a causa dell’odio razziale e di un tifo violento.
La violenza e le necessarie soluzioni per evitare il ripetersi di tale episodi
Ancora una volta si deve affrontare il problema della violenza intorno al calcio, che in questo caso ha portato ad un morto, un ragazzo di 27 anni, vittima di una violenza inspiegabile, del calcio malato, della pazzia e dell’odio tra tifoserie. La morte di Ciro potrà servire a far comprendere ai padroni del calcio che si rendono necessarie delle soluzioni anche drastiche affinché ciò non si ripeta e che un altra famiglia non debba piangere un altro morto.
50 giorni di accuse, bugie e razzismo
Con la morte di Ciro, la famiglia fa una sola richiesta, che sia fatta giustizia. Troppe cose sono state dette, troppe bugie, accuse e odio razziale inspiegabile, ma anche la risposta di una città che si è stretta intorno alla famiglia Esposito.
Le arene del calcio senza più violenza
Mai più violenza, mai più guerriglia e scontri, ma famiglie che vanno allo stadio per esultare e per gioire delle vittorie e per metabolizzare serenamente una sconfitta. Mai più gladiatori che si sfidano, armi in pugno, per la vittoria e la gloria di un vessillo difeso da un manipolo di mercenari che insegue un pallone. Ma questo quando?