venerdì, Aprile 26, 2024
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Si inaugurano domani le sculture realizzate da Jan Fabre per il Pio Monte della Misericordia

Sarà inaugurato domani l’allestimento delle nuove sculture, tutte in corallo rosso, realizzate da Jan Fabre per il Pio Monte della Misericordia

Si inaugura domani l’allestimento di quattro nuove sculture in corallo rosso realizzate da Jan Fabre per il Pio Monte della Misericordia, destinate ad esposizione permanente nella Cappella dell’Istituto. Jan Fabre ha creato un corpus di quattro sculture in corallo rosso che rappresentano associazioni simboliche e iconografiche, concepite per essere poste in dialogo con i dipinti seicenteschi gia’ esistenti nelle cappelle. Le sculture – ciascuna alta 110 cm e del peso di circa 50 kg – sono interamente ricoperte di corallo rosso (sotto forma di roselline, perle e mezze perle e di piccoli cornetti).

 

La quattro sculture al Pio Monde della Misericordia

Nelle sculture che vengono presentate a ciascuno dei quattro cuori qui raffigurati sono legati elementi diversi, ma sempre muniti di forte suggestione simbolica ed in relazione costante con il contesto estetico e spirituale di riferimento. La Purezza della Misericordia con il giglio, attributo dell’immacolata purezza di Maria e la mascella d’asino come metafora direttamente prelevata dalle “Sette Opere di Misericordia” di Caravaggio (1606 -1607) per indicare l’atto di “dare bere agli assetati”. La Liberta’ della Compassione presenta la colomba, simbolo dello Spirito Santo, e rinvia al “San Paolino che libera lo schiavo” di Giovan Bernardo Azzolino (1626-1630).

La Rinascita della Vita con l’edera, figura della resurrezione e della vita eterna, che avvolge la croce, simbolo centrale del cristianesimo e albero della vita, intende porsi in dialogo con la “Deposizione” di Luca Giordano (1771). La Liberazione della Passione nella quale la torcia, emblema di illuminazione e di speranza, e la chiave, simbolo di San Pietro e della porta del regno dei cieli, si pongono in rapporto con il “San Pietro che resuscita Tabitha’” di Fabrizio Santafede (1611).

Redazione web
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