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Vendita di immobile donato: la guida per non pagare tasse in modo legale

Vendita di immobile donatoVendere un immobile donato non è così semplice - roadtvitalia.it

La vendita di un immobile donato è una pratica piuttosto comune, ma nasconde alcuni segreti che molti non conoscono.

Ogni passaggio patrimoniale comporta valutazioni fiscali, giuridiche ed economiche che possono incidere profondamente sulle scelte di vendita, donazione o successione immobiliare. Conoscere le norme tributarie è fondamentale per evitare errori, sanzioni o costi imprevisti che potrebbero compromettere il valore reale di un bene.

Le ristrutturazioni agevolate hanno modificato il mercato, aumentando il valore degli immobili ma anche introducendo nuove regole sulla tassazione delle plusvalenze. Quando si vende un bene ricevuto in donazione, è importante capire se e quando si applicano imposte sul guadagno ottenuto dalla cessione.

Come non pagare le tasse sull’immobile donato

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto una nuova tassazione sulle plusvalenze per immobili ristrutturati con Superbonus e venduti entro dieci anni dalla fine lavori. Questa imposta si applica come “reddito diverso” con aliquota al 26%, salvo alcune eccezioni previste dalla normativa vigente in materia fiscale.

Vendita di immobile donato

Esiste un modo per non pagare le tasse – roadtvitalia.it

L’esenzione è prevista se l’immobile è stato ricevuto per successione o se è stato utilizzato come abitazione principale per la maggior parte del possesso. In tutti gli altri casi, la vendita genera una plusvalenza tassabile, calcolata sulla differenza tra prezzo di vendita e valore originario del bene.

Nel caso di immobile donato, il valore di riferimento è quello sostenuto dal donante, non quello attuale o rivalutato dopo la ristrutturazione. Se i lavori sono stati conclusi da meno di cinque anni, i costi della ristrutturazione non possono essere considerati nel calcolo della base imponibile.

Trascorsi cinque anni, è possibile dedurre il 50% dei costi sostenuti per i lavori, riducendo così l’importo su cui calcolare la tassazione. Dopo dieci anni, la plusvalenza non è più imponibile, anche se l’immobile è stato ristrutturato con Superbonus e venduto a prezzo maggiorato.

Nel caso analizzato dall’Agenzia delle Entrate, l’immobile era stato donato dalla madre e ristrutturato con Superbonus 110% entro dicembre 2024. Il contribuente voleva venderlo nel 2025, ma non aveva mai utilizzato l’immobile come abitazione principale, né poteva invocare la successione.

L’Agenzia ha chiarito che, in assenza di requisiti, la plusvalenza è tassabile e va dichiarata come reddito diverso nella dichiarazione dei redditi. Il contribuente non può evitare l’imposta sostenendo che la donante aveva ricevuto l’immobile per successione, perché il beneficio non si trasferisce.

La ratio della norma è evitare che si lucri su lavori finanziati dallo Stato, imponendo un’imposta su guadagni non derivanti da spese personali. Il Superbonus ha aumentato il valore degli immobili senza costi per i proprietari, e la tassazione mira a riequilibrare questo vantaggio economico.

Per evitare la tassazione, è consigliabile attendere almeno cinque anni dalla fine dei lavori, oppure utilizzare l’immobile come abitazione principale. In alternativa, si può valutare la possibilità di cedere l’immobile dopo dieci anni, quando la plusvalenza non sarà più soggetta a imposta.

Ogni caso va analizzato con attenzione, considerando date, modalità di acquisizione e utilizzo dell’immobile, per evitare errori e sanzioni fiscali. Un consulente esperto può aiutare a pianificare la vendita, ottimizzando i tempi e riducendo al minimo l’impatto fiscale sull’operazione immobiliare.

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