“L’amicizia è più grande della paura“. È questo, nelle parole dei giovani protagonisti Gaten Matarazzo e Caleb McLaughlin, il messaggio più importante della serie di Netflix ‘Stranger Things‘. Un successo planetario, la cui attesissima terza stagione è appena arrivata sulla piattaforma. Per l’occasione, Matarazzo (la cui famiglia è di origini avellinesi) e McLaughlin sono arrivati a Roma. “La serie parla di amicizia, famiglia, legame tra le persone“, dice il 16enne Gaten, che soffre di disostosi cleidocranica, come Dustin il personaggio appassionato di scienza e fantascienza che interpreta in ‘Stranger Things’, ed ha deciso di fare leva sulla sua fama per far conoscere meglio questa malattia. “L’aspetto bello del successo è che ci ha dato maggiore opportunità di fare quello che amiamo e di parlare delle cose che ci interessano“, sottolinea.
“Il cameratismo, il fatto di essere insieme e fare barriera contro le avversità è il fulcro della storia: tutti dobbiamo cercare di essere più uniti per far fronte ai momenti difficile della vita“, aggiunge il 17enne afroamericano Caleb, che nella serie è Lucas, ragazzo coraggioso e intraprendente, che mantiene il sangue freddo e spesso guida le decisioni del gruppo grazie alla sua ferma morale.
E sebbene i fratelli Duffer abbiano dichiarato che ‘Stranger Things‘ dovrebbe terminare nella quarta o quinta stagione, non c’è stata ancora alcuna conferma ufficiale. La serie è stata accolta positivamente dalla critica in ogni parte del mondo. particolarmente apprezzata la caratterizzazione dei personaggi (tutti piuttosto strampalati e a volte bullizzati), il cast e l’atmosfera che omaggia il cinema di fantascienza degli anni ottanta.
E a proposito dell’ambientazione anni ’80, “devo confessare – dice Caleb – che non mi piaceva molto come mi vestivano né nella prima né nella seconda serie. Nella terza è diverso perché indosso cose giapponesi, una bandana, spesso sono in bianco e rosso. Mi è piaciuto“.
Ma com’è cambiata la vita dei giovani protagonisti dopo il successo della serie: “La vita è cambiata in tutti i modi possibili e immaginabili – ammette Gaten – usciamo e ci riconoscono. È diventato un fatto naturale per noi, fa parte della nostra vita. Mi sono dimenticato com’era prima quando uscivo e nessuno sapeva chi fossi“. A Caleb piace in particolare “l’opportunità” che questo successo gli ha dato “di viaggiare in tutto il mondo” e di “scoprire chi siamo veramente“.
Secondo i due il successo della serie è dato in particolare da tre fattori: “E’ una serie multigenerazionale – dice Caleb – ognuno ha qualcosa a cui poter fare riferimento nei ricordi di quegli anni. E poi chi non ama gli anni ’80?” “Tutti amano gli ’80 – gli fa eco Gaten – e poi c’è un mix di età e caratteri differenti che aiuta il pubblico a identificarsi“.
Il fil rouge della serie è la lotta contro la paura, anche la paura della diversità, visto che i protagonisti sono tutti piuttosto singolari, per niente omologati e a volte bullizzati per la loro strampalatezza: “Nella vita mi fanno paura le persone malvagie – dice Gaten – la malvagità dell’essere umano. L’evoluzione dei nuovi mostri“. “A me fa paura che ci possa essere un altro mondo più forte e malvagio che potrebbe facilmente sconfiggerci“, conclude Caleb.
This post was published on Lug 8, 2019 16:09
Le leggi ci sono, i controlli pure, ma la strada è ancora lunga. Dopo l’ennesimo…
La Casa del Bicentenario riaperta finalmente nel 2019, dopo un’importante e delicata fase di recupero…
Martedì 23 dicembre un incontro tra testimonianze, omaggi e memoria condivisa per celebrare una figura…
Un concerto che nasce dal desiderio profondo di restituire voce, suono e corpo all’eredità artistica…
Napoli inaugura il 2026 con un evento culturale unico nel suo genere, capace di unire…
Lunedì 22 dicembre (ore 20,00) concerto del duo Ebbanesis nel bene confiscato Casa Mehari in via…