Il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera della seconda università di Napoli Pasquale Corcione e l’imprenditore farmaceutico Massimo Petrone si trovano al centro dello scandalo farmaci in Campania. I carabinieri del Nas hanno eseguito sei ordinanze agli arresti domiciliari, tra cui quelle di Corcione e Petrone, durante un’inchiesta, coordinata dal pm Francesco De Falco e dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, su presunti illeciti nella fornitura di prodotti farmaceutici agli ospedali napoletani in cui sono stati contestati i reati di associazione per delinquere, falso e turbativa d’asta.
Alfonso D’Avino sottolinea, in una nota, che le indagini del Nas “hanno consentito di documentare un fenomeno estremamente esteso caratterizzato da intese collusive e accordi spartitori del mercato delle forniture ospedaliere“. Dalle indagini, inoltre, è emerso che la società Biotest Italia srl ed alcuni altri componenti del gruppo imprenditoriale che fa capo a Massimo Petrone avevano stretto una sorta di “patto di fedeltà” che riguardava il controllo illegale delle forniture di prodotti farmaceutici in Campania, ma anche in altre regioni. Annullato anche il confronto concorrenziale con altre aziende farmaceutiche. Secondo la Procura saranno decisive le intercettazioni telefoniche e ambientali, mentre nel mirino degli inquirenti ci sono quattro gare d’appalto: quella per la fornitura di albumina umana, immunoglobulina ed altri medicinali alle Asl e alle Aziende ospedaliere della Campania per 18 mesi, dell’importo di 16 milioni e mezzo, aggiudicata alla Eupharmed srl; quella per la fornitura di albumina umana al 20 per cento indetta dall’Azienda ospedalieri Monaldi – Cotugno – Cto, per un importo di 180.000 euro, aggiudicata alla Octapharma Italy SPA; la fornitura di albumina umana all’Asl Na 3 di Castellammare di Stabia, aggiudicata alla farmacia Massimo Petrone per 235.000 euro; la fornitura di flaconi di albumina umana per un anno aggiudicata dall’Azienda ospedaliera della Seconda università di Napoli alla Farmacia Massimo Petrone per oltre 300.000 euro.
Oltre a Petrone e Cocione, ai domiciliari sono finiti anche Giuliano Tagliabue della Biotest Italia srl, Renato Carelli direttore vendite della stessa società, Lucia Roncetti della So.Re.Sa spa e Giuliana Rammairone dell’azienda ospedaliera della Seconda università.
This post was published on Nov 13, 2014 18:31
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