Agosto, mese dedicato al relax, alle ferie, alla tintarella sulla spiaggia. Non per tutti però: soprattutto in un momento storico come quello attuale, caratterizzato da crisi economica, sussidi per il sostegno contro la povertà saltati ed altre vicissitudini, tante sono le persone che restano a casa, immerse nelle metropoli nostrane svuotate. Eppure, non è detto che per godersi un po’ di meritato riposo siano necessarie spiagge assolate o mete da sogno: a Napoli, ad esempio, va in scena per il terzo anno consecutivo una vera e propria rassegna teatrale a cielo aperto, con ingresso gratuito, nel cuore pulsante della città, piazza del Plebiscito: di cosa si tratta? R-estate a Napoli!
“Restate a Napoli è per noi un tassello fondamentale nel variegato panorama delle iniziative artistiche e culturali che stiamo promuovendo. Siamo soddisfatti, come Amministrazione, di poter proseguire, col maestro e amico Lello Arena, questa rassegna estiva nel solco del percorso formativo avviato mesi fa. E’ un obiettivo concreto questo, poter dare l’opportunità ai talenti prima di confrontarsi con i grandi dello spettacolo italiano per apprendere e poi mettersi alla prova di fronte al pubblico reale. Restate a Napoli è un evento complesso e ricco di eventi quotidiani per tutte le fasce di età con fruizione gratuita, ed è rivolto ai cittadini che scelgono di passare l’estate in città ed offrire ai tanti turisti una serata magica.” ha dichiarato il sindaco Manfredi. In pratica per 8 giorni consecutivi si potrà assistere a ben 24 spettacoli teatrali che avranno come protagonisti noti artisti del patrimonio culturale nazionale. Tra questi, ho notato che ci sarà anche Vincenzo Comunale, giovane comico classe ‘96, venuto alla ribalta grazie alla sua innata verve artistica emersa tra l’altro in programmi già noti alla tv nazionale come Zelig. Ho incontrato dal vivo Vincenzo, non potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di fargli una piccola intervista:
Chi è Vincenzo Comunale? Parlaci un po’ di te!
Ciao! Direi che sono un ragazzo di 27 anni che fa il comico e l’autore, ma soprattutto sono uno a cui non piace troppo parlare di sé stesso (è un attimo che sembri o autoreferenziale o stupido…o entrambe le cose), quindi basta accussì.
Il tuo trampolino di lancio è stato Zelig …
Sì, “Zelig” ha rappresentato il mio esordio in televisione, nel 2016 (avevo vent’anni). Loro sono stati tra i primi a credere in me e ormai è un sodalizio che va avanti da allora, per me è un vero onore far parte del cast della trasmissione che guardavo da bambino e che mi ha fatto appassionare alla comicità. È un sogno che si è avverato.
La comicità di oggi è molto cambiata rispetto al passato: basta un social per ottenere popolarità e saltare la cosiddetta gavetta. Ti rispecchi nella nuova generazione di comici?
Ne faccio parte per una questione anagrafica, ma mi sento fortunato ad aver cominciato col teatro e coi live, anziché coi social. Non si tratta di snobbismo, ma semplicemente fare comicità “dal vivo” è un’altra cosa rispetto a fare un video comico. È proprio un altro mestiere. Quando la gente scrive “hahahah” molto spesso non sta ridendo davvero; quando invece fai una battuta sul palco il feedback è diretto: o senti la risata oppure no, non puoi mentire. Spesso chi fa video che diventano virali sul web crede di essere automaticamente un comico/intrattenitore capace di salire su un palco e portare in scena uno spettacolo; non è così. Un “mi piace” non costa nulla, un biglietto a teatro sì. Il palco è sacro, ci vuole preparazione e studio, è un altro mestiere. Personalmente quando scrivo un monologo lo provo decine di volte, di fronte a quanti più pubblici possibili (anche in città diverse), prima di considerarlo “repertorio”. È un lavoro costante. Non vorrei sembrare retrogrado o che, ma si è un po’ persa questa consapevolezza, forse.
Anche io oggi uso i social, principalmente come vetrina, per promuovere ciò che faccio, ma anche creando dei contenuti apposta; cerco di farlo però con la consapevolezza che mi sto approcciando ad un linguaggio e ad un medium differente. Dovrebbero fare lo stesso anche i “creators” che passano ai live, con umiltà e pensando ad un proprio repertorio (altra differenza: sui social spesso sono abituati a copiare/replicare video e contenuti di altri, dicendo “è un trend”; nel nostro campo quello non è un trend, è un plagio).
Cosa provi quando riesci a far divertire il pubblico?
Per me è semplicemente la sensazione più bella del mondo. È il motivo per cui, dopo la prima esibizione dal vivo a 12 anni, non sono più voluto scendere dal palco. È come una droga; durante la pandemia sono andato in crisi d’astinenza. Meno male che ci hanno dato la “risata di cittadinanza”: i video di De Luca.
Come hai scoperto la tua attitudine alla comicità?
Guardavo i comici in TV, vedevo la reazione dei miei parenti che si divertivano, che in quel momento mettevano da parte tuti i problemi e ridevano. Pensai: “Vorrei riuscire a provocare anche io questa cosa nelle persone”. A 12 anni, in vacanza in un Villaggio turistico in Calabria, salii sul palco durante una serata “ospiti” con un monologo. Spiazzai tutti perché ero sempre stato un bambino abbastanza timido. Mi divertii molto e tornato a Napoli mi iscrissi ad una scuola di recitazione. A 15/16 anni cominciai a scrivere i miei primi pezzi, frequentando i primi laboratori di comicità; a 17/18 facevo quante più serate possibile, frequentavo i laboratori Zelig e cominciai a partecipare a festival di comicità, vincendone un bel po’ (per la felicità di mia mamma che mo toglie la polvere dalle targhe esposte in camera mia).
Veniamo a noi: R-estate a Napoli, una kermesse diretta dal grande Lello Arena … sei stato contattato da lui per allietare il pubblico con un tuo spettacolo. Avere la stima di un gigante del settore come lui che sensazioni ti ha suscitato?
Sicuramente è un attestato di stima enorme per me, lo ringrazio di cuore per la fiducia che mi sta dando. Se mi sono appassionato alla comicità è grazie a tante cose: al già citato “Zelig”, ma prima ancora grazie alle commedie di Vincenzo Salemme, a “Telegaribaldi”, ai film di Troisi e agli sketch della “Smorfia”. Quindi, se ci pensi, è un po’ un cerchio che si chiude: ho sempre sognato di salire sul palco di Piazza Plebiscito e lo faccio grazie a Lello Arena, che è tra i “responsabili” del fatto che io abbia deciso di salire sul palco, in generale. Tra l’altro nello spettacolo suonerà una band composta da alcuni ragazzi del progetto “CIOE’”, fondato da Arena e Decaro per i 70 anni di Troisi. È una bella cosa, c’è della poesia.
In questa torrida estate hai il compito, insieme ai tuoi colleghi, di strappare una risata ai napoletani che restano in città, spesso avvolti da mille problemi. Ti senti pronto?
Secondo me non ci si sente mai veramente pronti, in questi casi. Stai sempre là a dire: “Aspè ‘sta cosa potrei farla meglio”, “Mo penso ad una variante”, “Faccio un’altra prova” e così sarà fino al 16 sera (e va bene così). Quello che posso dire è che ci stiamo preparando al meglio: farò un po’ un “best of” dei miei monologhi e con me sul palco ci sarà per la prima volta una band, come dicevo prima, ed i miei colleghi/amici Davide DDL e Carlo Amleto, che pure avranno un ruolo importante e direi “originale” nello spettacolo.
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Ne ho parecchi, quindi più che un cassetto è un armadio intero. Mi sto abituando però a pensarci uno alla volta; quindi per ora ti dico che il sogno è divertire e divertirmi a Piazza del Plebiscito il 16 di Agosto, poi riprendere con la scrittura, il tour dello spettacolo nuovo, la televisione e po’ verimm’. Ci sono tante cose da fare e spero di riuscire a farle sempre al meglio, così questo armadio cominciamo a liberarlo un po’ e la smetto di mettere i vestiti sulla sedia.
Una sana risata non è un modo per banalizzare o ridicolizzare ciò che accade sotto i nostri occhi, ma semplicemente un modo per affrontare al meglio la quotidianità; oggi più che mai abbiamo bisogno di ridere, i vari mass media ci propongono ogni giorno notizie sempre più dure, difficili da accettare! Sapere che sul palcoscenico nascono artisti del calibro di Vincenzo mi fa ben sperare per il futuro della comicità, la vera medicina per sconfiggere le tristezze che affliggono il mondo. Non mi resta che augurare un grande in bocca al lupo a Vincenzo Comunale per lo spettacolo del 16 agosto, un augurio davvero meritato. Ad Maiora!