A più di 100 anni dalla scoperta della Villa dei Misteri, a Pompei, nella Regio IX è emerso un grande affresco in una sala per banchetti, una “megalografia” (dal greco “dipinto grande” – ciclo di pitture a grandi figure), che parla dei rituali di Dioniso attribuibile al II Stile della pittura pompeiana, che risale al I sec. a.C.
Il direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel: “Vediamo il suo corteo, i suoi seguaci, le donne come danzatrici, come cacciatrici e i giovani satiri che suonano strumenti e al centro una donna che forse poteva essere una donna che girava per le strade, non è chiaro se mitica o una donna che viveva in questi spazi, con un vecchio sileno con una torcia che la conduce verso i riti notturni di iniziazione, nei Misteri di Dioniso”.
Gli archeologi hanno battezzato la dimora “casa del Tiaso”, con riferimento al corteo di Dioniso e al culto accessibile solo a chi compiva un rituale di iniziazione, come suggerito nel fregio. Uno dei culti detti “misterici”, perché solo gli iniziati potevano conoscerne i segreti. Ma, assente dalla Villa dei Misteri, qui c’è anche il tema della caccia.
“Vediamo, al di sopra del grande fregio con le baccanti, un altro con animali morti, vivi, pesci, e vediamo un legame tra i due fregi, non solo perché sono vicini ma perché le baccanti, una ha un capretto sulle spalle, l’altra ha una spada e le interiora dell’animale sventrato in mano, dunque si parla della caccia frenetica di queste donne e del dio Dioniso, che diventa metafora di vita, dove la domanda è: vuoi essere cacciatore o cacciatrice, o preda?”.
Alla presentazione della scoperta anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha parlato di “momento storico”, affermando che “il cantiere sarà accessibile” al pubblico e che il governo ha stanziato per Pompei oltre 33 milioni e verranno presto stanziati altri fondi.
This post was published on Feb 27, 2025 8:37
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