Anche Pompei apre ai matrimoni gay

Come Napoli, anche Pompei apre ai matrimoni gay. E, ironia della sorte, la registrazione avverrà proprio di fronte al Santuario della Madonna di Pompei. Perché è lì che hanno sede gli uffici comunali.

Anche la cittadina alle falde del Vesuvio decide dunque, come la sorella maggiore Napoli, come Roma e tante altre città italiane, sceglie di rispettare le unioni omosessuali trascrivendole nei registri dell’anagrafe, nonostante l’opposizione del ministro degli Interni Angelino Alfano che sulla questione continua a tenere la linea dura, imponendo ai prefetti di non registrare le unioni civili contratte all’estero e regolarmente trascritte dai Comuni.

Pompei apre ai matrimoni gay: ecco cosa ha detto il sindaco Uliano

I comuni non ci stanno però, e scelgono di fare fronte unito contro il diktat di Alfano. Da Pisapia (sindaco di Milano) a De Magistris, da sempre gay friendly, a Nando Uliano, sindaco di Pompei, che ha così commentato la sua scelta: “non faremmo altro che allinearci alle grandi democrazie occidentali; amarsi alla luce del giorno, essere tutelati giuridicamente in caso di malattia o decesso del compagno è diritto inviolabile”. Chissà cosa ne penserà la Diocesi di Pompei, che vedrà consumarsi il “misfatto” della registrazione delle unioni gay proprio sotto gli occhi delle migliaia di fedeli che ogni giorno affollano il celebre Santuario della Madonna di Pompei, uno dei luoghi simbolo del pellegrinaggio cattolico.

Questione LGBT: progressi, ma la strada da fare è ancora lunga

Nonostante l’apertura di Papa Francesco nei confronti dei gay, che ha diviso i vertici della Chiesa durante l’ultimo sinodo sulla famiglia, il riconoscimento delle unioni civili tra persone dello stesso sesso non è ancora ufficialmente arrivato, anche se è stato approvato a maggioranza un paragrafo in cui la Chiesa si impegna ad accogliere le persone omosessuali con “rispetto e delicatezza”. In questo quadro movimentato, di grande cambiamento, la decisione del sindaco Uliano è un altro importante passo per la comunità LGBT verso il riconoscimento dei diritti. L’ultimo baluardo da sconfiggere, più che la Chiesa, sembra a questo punto essere proprio lo Stato. O meglio: quella parte di Stato rappresentata da Angelino Alfano.

This post was published on Ott 22, 2014 15:58

Redazione Desk

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