Attualità

Pasolini secondo Urtis: sintomo di un declino culturale

Quando i social ribaltano i valori e Pasolini diventa “perverso” agli occhi dell’influencer di turno.

Se quest’epoca dannata sarà ricordata come l’era dei social, finiremo per aver compiuto un’impresa inarrivabile: rappresentare il livello abissale di alfabetizzazione culturale. In una società dominata dalla velocità, dai video di TikTok, dalle pagine di OnlyFans, possiamo anche meritarci un personaggio come Giacomo Urtis, in transizione, che liquida Pier Paolo Pasolini come un perverso… lui che, candidamente, afferma di aver fatto sesso nei bagni di una gintoneria.

Certo, la Fagnani un po’ ci marcia quando domanda al chirurgo – laureato ma di scarse letture, come molti professionisti del momento – se si senta un personaggio pasoliniano. Lo sguardo di Giacomo/Jenny lasciava poco spazio all’immaginazione: chi fosse Pasolini, che Moravia definiva uno dei più grandi poeti del Novecento, la sua filmografia, capolavori come Accattone o Mamma Roma, venivano sciolti nell’acido di una sola parola: “perverso”.

Per Urtis, l’essere “pasoliniano” significava soltanto saper vivere il sesso in modo pruriginoso. Pasolini non ha mai negato la sua omosessualità: questo non è un limite. Ma ancorarsi ad argomenti che per anni hanno alimentato i detrattori del suo universo è uno scandalo più grave degli scandali da social narrati da Urtis.

L’intervista ci insegna che, in questa Italia dei social dove vince chi è più ignorante, la candida affermazione di Urtis dimostra che forse abbiamo toccato il fondo della nostra storia. E allora… chi non salta intellettuale è…

Roberto Schioppa

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