venerdì, Marzo 29, 2024
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L’Otto marzo

Siamo all’8 marzo quello che, purtroppo, per tante donne è il giorno della libertà.

Come se fosse l’unico concesso per esistere, essere, per fare qualcosa, per esprimersi, a prescindere dal giudizio e da quei soliti “Stai zitta! Che ne sai tu!”

No, per me l’8 marzo è una data che non ha mai avuto quel “senso di libertà così come inteso da tante.

Oggi più di ogni altro giorno mi rivolgo a quei piccoli uomini… ma quelli proprio piccoli che, dietro una grandezza fatua nascondono meschinità, violenza, incertezze e atti mancati.

I loro atti mancati, quello che non sono riusciti a realizzare o che non riescono a riconoscere, che preferiscono vomitare sulle proprie donne accusandole ingiustamente, facendo loro violenza psicologica e spesso, troppo spesso, violenza fisica al fine di ridurle all’essere inutile altro che è lo specchio di loro stessi.

No care donne, voi non siete esseri inutili, lamentevoli e stupide, né dovete essere oltraggiate oltre ogni modo con parole che vi offendano, che vi sminuiscano, che vi rendano inutili e assoggettate a un sentimento che, così dimostrato, di nobile non ha nulla.

Voi non siete fiori recisi cui continuare a strappare i petali, le foglie e poi trafiggere la corolla.

Non siete quel mare che non riesce più a dare vita ma accoglie solo carcasse di corpi lacerati e distrutti.

Né siete terreno incolto sotto cui nascondere le vostre stesse spoglie.

Voi non siete un foglio bianco da sporcare con feccia, con offese, con macchie che vi buchino l’anima.

Voi non potete più essere capro espiatorio per degli uominiche hanno deciso di usarvi per scaricare le loro insoddisfazioni e le loro mancanze.

Voi non potete essere schiave e prigioniere nella vostra stessa casa.

No, voi non potete permettere a chi ha distrutto la propria vita con fallimenti, insoddisfazioni e false convinzioni, di essere nel giusto e di rendervi ingiustamente vittime di eventi nefasti, di distruggere la vostra di vita.

Guardateli bene gli uomini.

Guardateli  in faccia questi uomini che incontrerete.

Guardateli quando mangeranno fagocitando.

Guardateli quando sorrideranno, ma senza usare gli occhi.

Guardateli quando vi carezzeranno con un gesto di possesso, ma non una carezza.

Guardateli quando vi vorranno avvolgere e appropriarsi di voi come se foste terra da colonizzare.

Guardateli bene quando vi sembrerà quasi impossibile che possano essere veri.

Guardateli quando cercheranno di raccontarsi fingendo di essere qualcosa che non sono per farvi cadere nella loro rete.

Guardateli con gli occhi prima, poi con il cuore.

Guardateli e guardate voi stesse.

Guardatevi allo specchio e dentro.

Riconoscete l’amore, quello infinitamente puro e vero.

Chi ama non ha gesti violenti, non ha parole offensive, non ha menzogne, non ha azioni psicologiche lesive.

Chi vi ama non vi allontana dagli altri.

Non vi toglie ai vostri affetti. Non vi isola. Non vi marchia con segni indelebili e ossa rotte.

 vi spacca la faccia per poi chiedervi scusa tra lacrime di coccodrillo.

Usate, invece, le vostre lacrime per lavarvi la dignità.

Riappropriatevi della vostra vita, che vale molto più di quanto immaginiate.

Siate ciò che siete, talvolta imperfette ma vere.

Amate da donne, e da donne trattate gli uomini.

Né più, né meno.

I ruoli, come i diritti, valgono e fanno la differenza per la vita.

Valgono nella vita privata, nel lavoro, tra gli amici. 

Bisogna che si viva da donne nella normalità dell’essere, senza dover sgomitare o pensare che se si è raggiunto un ruolo è semplicemente meritato non regalato.

Dove non c’è rispetto, sentimento, libertà, condivisione e serenità, non c’è amore.

È altro… 

Non è giusto viverlo…

Né da donna, né da uomo.

Per me l’8 marzo è il giorno delle Donne e degli Uomini che nel vivere la vita si rispettano. 

Se riconosco l’8 marzo come altro avrò già perso… la dignità, e la vita stessa.

di Anna Copertino

Anna Copertino
Anna Copertino
Napoletana Doc, classe 66. Giornalista. Amo i colori della musica ed il profumo dei libri. Cuore pulsante di Road Tv Italia, in cui mi lancio prima per volontà "fraterna" poi mia. Mi "sporco le mani nel modo giusto", scrivendo di legalità.
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