Oltre alla legge 104, è possibile sfruttare la 106: scopriamo cosa prevede nello specifico e perché merita ben più di una considerazione.
Quanto parliamo dlela Legge 104, facciamo riferimento a qualcosa di davvero determinante non soltanto per la salute fisica e mentale, ma anche per alleviare stress e dolore nei confronti di coloro che sono affatti da una disabilità motoria e/o mentale e hanno bisogno di un certo supporto, ma anche necessità che i loro diritti vengano rispettati in tutto e per tutto.
Tuttavia, forse molte persone non ne sono a conoscenza, ma oltre alla cosiddetta 104 esiste anche la 106. Conoscere queste norme è fondamentale per far sì che i nostri diritti non vengano meno, quindi per coloro che sono i diretti interessati o i familiari di chi ha bisogno di certi contributi da parte dello Stato, all’interno di questo articolo cercheremo di venire a capo di una questione assai delicata e che merita massima attenzione e una considerazione di primissimo livello.
Legge 104 e non solo: scopriamo di più sula 106
La legge 106, in sostanza, è una versione migliore della 104. O, quantomeno, tenta di esserlo. Ha certi pro e certi contro che meritano la massima attenzione. Questa norma riconosce il percorso di cura a chi ha a che fare con una malattia grave, e inoltre queste persone possono permettersi di prendersi fino a due anni di congedo dal lavoro per curarsi senza perdere il lavoro. Tale legge può essere richeista da tutti coloro che sono affetti da patologie oncologiche, degenerative o croniche invalidanti, ma anche per chi ha a che vedere con terapie lunghe o interventi di lunga durata.

Una norma con pro e contro (www.roadtvitalia.it)
C’è anche la possibilità di sospendere momentaneamente l’attività lavorativa per questioni di salute. Il lavoratore mantiene il suo posto, tuttavia non in tutti i casi manterrà la piena retribuzione. Inoltre, in tanti casi il periodo di assenza non è coperto per via integrale dall’INPS o dai datori di lavoro. In poche parole, chi decide di puntare sulla legge 106 deve rinunciare a una fetta dello stipendio che gli spetta proprio nel momento in cui ne ha più bisogno.
Questo accade perché tutto il sistema barcolla; nelle piccole aziende, se un dipendente manca è un’assenza notevole da sostenere sia a livello fisico che economico. Se andiamo a fare riferimento ai settori meno tutelati e la mancanza di coperture contrattuali di un certo tipo rende questa manovra ancora più difficile da attuare. In ogni caso, al di là dei difetti parliamo comunque di una manovra con tanti pro. Viene innanzitutto riconosciuto il diritto alla cura di sé senza dover mettere davanti a tutto il lavoro. C’è da fare ancora molto, ma l’Italia in questo senso pare aver finalmente preso la strada giusta.

Cosa c'è da sapere sulla legge 106 (www.roadtvitalia.it)









