Il feretro lascia la chiesa di Miano sulle note di “Chi tene ’o mare”. Un tributo corale per uno dei simboli della città.
Un applauso interminabile, le note di “Chi tene ’o mare” e un grido che attraversa la folla: «Sei la storia di questa città». Così Napoli ha salutato per l’ultima volta James Senese, nella parrocchia di Santa Maria dell’Arco a Miano.
Sulla bara, il ritratto e l’immancabile sax. Dentro e fuori la chiesa, gente comune e amici di una vita: Tullio De Piscopo lo ricorda come “immenso”, Tony Esposito come un “eterno bambino che ha scelto l’arte alla malavita”, Nino D’Angelo come “uno dei più grandi musicisti del mondo”. Enzo Avitabile, Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Ciccio Merolla: tutti hanno voluto rendere omaggio a un suono unico, ribelle, inconfondibile.
Anche le istituzioni si sono unite al ricordo. “È difficile immaginare Napoli senza James”, ha detto Roberto Fico. Per il sindaco Gaetano Manfredi, Senese “ha rappresentato la Napoli multiculturale, la grande forza e la grande anima della città”.
Miano e Napoli intera lo hanno accompagnato con la stessa passione con cui lui aveva dato voce e fiato alla sua musica: l’ultimo saluto a un “nero a metà”, simbolo eterno della città.














