Il consigliere comunale di Avs annuncia la notifica dell’atto: contestata la promozione di manifestazioni pacifiche a sostegno dei 300 licenziati Gesco. «Un Paese in cui la solidarietà diventa un reato ha smarrito la propria coscienza».
Il consigliere comunale di Napoli Sergio D’Angelo (Avs) è stato rinviato a giudizio. A darne notizia è stato lui stesso, attraverso una nota pubblica in cui spiega di aver ricevuto la notifica dalla Questura.
«È successa una cosa molto grave e ci tengo a comunicarvela io, prima che la apprendiate dai giornali: mi hanno rinviato a giudizio – scrive D’Angelo – per le manifestazioni spontanee ma assolutamente pacifiche a supporto dei 300 lavoratori di Gesco licenziati senza preavviso».

L’accusa riguarda l’aver promosso pubbliche riunioni per chiedere la salvaguardia dei livelli occupazionali degli operatori sociali. «Tradotto: ho manifestato insieme a chi ha perso il lavoro. Eravamo in piazza, pacificamente», aggiunge il consigliere, ricordando come le proteste si svolsero «senza violenza, con compostezza e con dignità».
D’Angelo parla di «una coincidenza difficile da accettare serenamente» a poche settimane dal voto, e ribadisce che rifarebbe la stessa scelta: «La mia colpa sarebbe quella di aver preso posizione, di essere sceso in strada quando 300 persone venivano lasciate senza reddito e quando anziani, disabili e sofferenti psichici rischiavano di restare senza assistenza».
Parole dure anche sul clima politico nazionale: «Un Paese in cui la solidarietà diventa un reato e la protesta pacifica un crimine è un Paese che ha smarrito la propria coscienza. Seguo con sconcerto la notizia degli arresti alla Mostra d’Oltremare e non posso che sottolineare che si respira un brutto clima in Italia: chi alza la voce per i più deboli commette un reato, chi tace viene premiato».
Il consigliere ha infine chiesto «la massima diffusione della notizia» e ha annunciato aggiornamenti nei prossimi giorni.













