
Restiamo stupiti ancora dalla folla oceanica che si riversa sulle spiagge libere partenopee, con il contorno di rifiuti, caos e mancanza di rispetto per luoghi dalla bella antica come la spiaggia delle monache cara a La Capria . A Napoli da maggio in poi ci si imbatte in anziani super abbronzati con collanone d’oro acquistate al chilo, ragazzini neri come bronzi di Gemito tutto in un mondo dorato che profuma di olio abbronzante rigorosamente senza protezione e profumi che sanno di oud.
L’abbronzatura ha mutato gli argini della lotta sociale; nell’ottocento indicava le classi proletarie, i pescatori, i cittadini del Sud , lontani dall’algido pallore dei ricchi e della classe dirigente, chiusi in abitazioni di lusso , dimore che o allontanavano la luce tra le pieghe di tende dai tessuti ridondanti. Poi è arrivata Coco Chanel , con il suo incarnato baciato dal sole delle prime tintarelle , capace di trasformare l’abbronzatura dorata in chic, in una delle grandi rivoluzioni del novecento. Essere abbronzato , mentre le pelli degli altri diventano pallide di fatica e lavoro, era la messa in scena, nel secolo breve, di un riscatto sociale rovesciando completamente la percezione della tintarella diffusa nell’ottocento . La pelle segnata dal sole – Avvocato Agnelli docet -divenne il simbolo di potere più iconico dell’Italia postbellica , partendo dalla dicotomia Gasmann Trintignant nel Sorpasso, il primo Bruno Cortana nullafacente perennemente abbronzato, l’altro Roberto dimesso e perbene , bianco cadaverico .
In questi anni funestati da pandemie , guerre e crisi economiche , l’abbronzatura ha acquisto un nuovo significati; nella mia città Napoli – e non solo – identifica, partendo dai primi bollori estivi , simpatici personaggi che non lavorano ma passano le ore sugli scogli di Marechiaro o sulle spiagge libere – ed anche sui lidi privati – della nostra bella città di mare. Basta far due passi in quartieri come Sanità, Forcella, nel centro storico, per trovare facce arrossate dal sole, schiene piagate dalle ustioni , assembramenti di corpi felicemente esposti ad ogni raggio solare ammansito da protezioni ridicole. Oggi l’abbronzatura va a braccetto con i nullafacenti , perché i lavoratori veri, quelli che continuano a sgobbare sette ore e che fanno i conti con la crisi, sono bianchissimi. Cosa penserebbe oggi la Chanel notando come l’abbronzatura sia tornata alle origini, non più un status siymbol alla Onassis , ma un punto di fierezza per coloro che hanno sconfitto sia la povertà che la tanoressia ….
Cari colleghi lavoratori non vergognatevi se a metà luglio sarete ancora bianchi come un islandese, popolo asservito ad una natura matrigna diceva il sommo Leopardi, per essere super cool con l’abbronzatura da pensionato ibizenco dovete smettere di timbrare il cartellino e dedicarvi alla ricerca del wlefare, così anche voi come Totore, Gennaro ed Immacolata sarete felici e neri ogni pomeriggio , mentre seduti al chioschetto di piazza Nazionale vi sorbirete una rinfrescante granita pagata con dallo Stato…
di Roberto Schioppa,